Assoenologi: 38,9 mln ettolitri produzione vino 2017, 15 mln in meno
Roma, 20 ott. (Labitalia) - Gelo e siccità hanno decimato la produzione 2017 di vino che, secondo le stime definitive di Assoenologi, risulterebbe essere di 38,9 milioni di ettolitri (oltre 15 milioni di ettolitri in meno rispetto allo scorso anno), la seconda vendemmia più scarsa dal dopoguerra ad oggi. "A memoria d'uomo - si legge in una nota di Assoenologi - non si ricorda una stagione come quella in corso, dove gli eventi climatici si sono accaniti con un'inusuale ed eccezionale portata. Ad aprile un'ondata di gelo ha attraversato la Francia, la Spagna e tutto il nostro Paese, 'bruciando' molti germogli ormai già ben sviluppati, e quindi, purtroppo, non più in grado di fruttificare". "Un lungo periodo di siccità, fatte salve alcune regioni del Nord, ha messo a dura prova i vigneti del Centro-Sud Italia, che hanno dovuto subire - avverte - anche una straordinaria ondata di caldo, che ha coinvolto anche il Nord, iniziata sin da maggio, raggiungendo il suo apice nei mesi di luglio e agosto (il termometro ha fatto spesso registrare valori al di sopra dei 40°C). I vigneti del Nord hanno invece potuto beneficiare, durante i mesi di luglio e agosto, di provvidenziali piogge, anche se spesso sono state accompagnate da forti grandinate che, in alcuni casi, hanno compromesso la produzione in diversi areali". "Fortunatamente - sottolinea - si riscontrano anche delle zone che non hanno avuto problemi, grazie a qualche pioggia estiva e soprattutto all'oculata e scientifica gestione dei vigneti, o all'eventuale disponibilità di acqua da irrigazione e alla naturale resistenza a questo clima estremo di alcune cultivar specialmente indigene. Soprattutto, ciò che ha consentito di ottenere in alcuni siti produttivi quantità e qualità buone, se non ottime, è stata la nostra trasversalità territoriale e la nostra grande biodiversità unica al mondo". I dati elaborati dalle 17 sedi territoriali di Assoenologi evidenziano, dunque, una produzione di oltre 15 milioni di ettolitri in meno rispetto allo scorso anno. Tutte le regioni italiane hanno, infatti, fatto registrare consistenti decrementi produttivi con punte medie anche del 45% in Toscana, Lazio/Umbria e Sardegna. Con 38,9 milioni di ettolitri, il 2017 si colloca al secondo posto tra le vendemmie più scarse dal dopoguerra ad oggi, superata solo da quella del 1947 (36,4 milioni di hl). "Purtroppo, il perdurare della siccità e delle alte temperature al Centro-Sud, aggravato anche dalla grande carenza di riserve di acqua nei terreni, si è protratto anche per lunga parte del mese di settembre - prosegue Assoenologi - causando un'ulteriore perdita di peso dei grappoli, che ha fatto scendere la produzione di questa campagna sotto i 40 milioni di ettolitri. Solo in alcune aree c'è stato un lieve miglioramento grazie alle precipitazioni del mese di settembre, che hanno contribuito a migliorare più i livelli qualitativi che quelli quantitativi". Le uve, da un punto di vista sanitario, sono state conferite alle cantine perfettamente sane, ma con differenti maturazioni anche all'interno di uno stesso vigneto e, spesso, con grappoli molto disidratati. La qualità, pertanto, risulta quest'anno alquanto eterogenea, complessivamente abbastanza buona, ma con diverse varianti che evidenziano punte di ottimi livelli qualitativi e altre, dove il clima si è particolarmente accanito, di livello inferiore. Quest'anno più di altri, ha giocato un ruolo determinante l'approccio scientifico degli enologi, in particolare nella conduzione dei vigneti.