Quando il vino si fa in città, 1° compleanno per Cantina Urbana
Milano, 8 ott. (Labitalia) - Circa 18.500 bottiglie prodotte, di cui una parte è in affinamento per le riserve (quindi ancora in barrique o anfora) e l'altra in stoccaggio nelle cisterne per imbottigliare il prodotto sempre fresco. Si chiude con questi numeri un anno di attività di Cantina Urbana, la prima cantina autentica aperta nel cuore di Milano, sul Naviglio Pavese, che sabato 12 ottobre, nel bel mezzo della Milano Wine Week, spegnerà la sua prima candelina. I festeggiamenti arriveranno a conclusione della vendemmia 2019, la seconda che si svolge presso lo stabilimento enologico di via Ascanio Sforza 87, ma la prima che sarà condivisa con il pubblico. Un evento che rappresenta una novità assoluta sia perché un rituale normalmente ambientato in campagna si trasferisce eccezionalmente in città, sia perché per la prima volta Cantina Urbana apre le porte della sua location a curiosi e appassionati per una grande festa di fine vendemmia. L'appuntamento è fissato per sabato 12 ottobre, a partire dalle ore 17, quando, una volta terminata la pigiatura dell'uva, la cantina, ancora invasa dal profumo del mosto fresco, accoglierà chiunque lo vorrà per iniziare i festeggiamenti. La vendemmia è un momento importante, di duro lavoro, ma anche di grande giubilo, perché tutti i sacrifici e gli sforzi di un anno di lavoro vengono finalmente ripagati, ed è per questo che Cantina Urbana si animerà per l'occasione con musica dal vivo e dj set, dapprima nel cortile esterno e poi all'interno, dove si avrà l'opportunità di degustare tutti i vini prodotti in loco, per un totale di 8 referenze, abbinati alla pizza di Bello & Buono e al classico panino con la porchetta. Con la festa della vendemmia aperta alla partecipazione attiva dei cittadini (chi si iscrive online al link https://www.eventbrite.it/e/biglietti-1-anniversario-di-cantina-urbana-73112081203 avrà diritto a un calice di benvenuto in omaggio) arriva, dunque, al suo sommo compimento il sogno di Michele Rimpici, patron di Cantina Urbana, di 'fare vino' in maniera artigianale condividendo questa mission con il grande pubblico, nella convinzione che un buon bicchiere sia anche "passione e convivialità". Professionista del settore da 15 anni, oltre che grande appassionato di viticultura ed enologia, Rimpici, rimasto affascinato durante i suoi viaggi dalle 'urban winery' di New York e Londra, decide di investire le sue energie nel progetto di Cantina Urbana proprio per assecondare la sua grande passione. Il risultato è un luogo dove poter fare il vino in città e in cui poter accogliere le persone per renderle protagoniste, e non semplicemente spettatrici, dell'esperienza della vinificazione. “Non avendo ereditato terreni o tenute, ho deciso - spiega Rimpici - di comprare la migliore uva da amici artigiani viticoltori per poi fare il vino in città, dove abito”. Di qui anche la creazione del Wine Collective Club, una community enogastronomica che organizza incontri e approfondimenti, tour ed esperienze in esterna, riservando ai propri membri una serie di benefit, tra cui produzioni limitate e in esclusiva, sconti vari e merchandising personalizzato. Cantina Urbana è un luogo in cui di giorno si lavora alla produzione, vendita e distribuzione del vino, ma che di sera si trasforma in un locale eclettico, aperto a tutti, dove l'esperienza del vino si contamina con gastronomia d'eccellenza, eventi, musica, teatro e arte: dai concerti live della rassegna settimanale 'Musica Urbana', dedicata alla scena indie emergente, al nuovo format 'Urban Comedy', che dà spazio alle realtà underground della stand-up comedy italiana, passando per gli eventi speciali nel cortile esterno. Un format innovativo che, a distanza di un anno, sembra aver conquistato i milanesi, e non solo, che sempre più scelgono Cantina Urbana anche per organizzare eventi privati, feste e team building. Gusto e accessibilità sono le prerogative dei vini di Cantina Urbana, garantite da un'accurata selezione delle uve. Esse vengono acquistate da artigiani vigneron italiani che Michele ha avuto l'opportunità di conoscere nel corso degli anni, condividendo con loro l'idea di fare prodotti buoni, rispettosi della natura, senza utilizzo di chimica spinta, tanto in campagna come in cantina. “Con la vendemmia 2019 - spiega Michele Rimpici - continuerà il progetto Naviglio Rosso, con un focus sulle uve rosse tipiche della zona del Pavese: Barbera, Uva Rara e Croatina. Si tratta di un vino fiore all'occhiello della nostra produzione, vinificato spontaneamente in acciaio e poi affinato per 6 mesi in anfore di terracotta. La prima produzione della scorsa annata è stata di 2.500 bottiglie. Con quella del 2019 puntiamo a 3.500 circa”. “Per quanto riguarda le uve bianche, anche quest'anno - prosegue Rimpici - punteremo sul Riesling Renano, che andremo a vinificare direttamente in anfore di terracotta per arrivare ad avere un bianco ricco e complesso. I vigneti sono situati a Calvignano, in un'area molto vocata per la viticoltura di qualità. Abbiamo seguito passo dopo passo la conduzione del vigneto e la maturazione delle uve insieme all'enologo della zona Achille Bergomi, anche membro del nostro Wine Collective”. Altro progetto che continuerà con la vendemmia 2019 è quello localizzato in Veneto, in provincia di Verona, città natia di Rimpici. E' proprio qui che Michele, insieme all'amico vigneron Matteo Fasoli, ha selezionato Corvina, Merlot e Garganega di prima scelta per le basi dei suoi M Bianco ed M Rosso, vini freschi e leggeri adatti a tutti e per tutte le occasioni, in vendita in Cantina Urbana. Per la linea Tranatt (dal nome con cui si era soliti identificare gli avventori delle osterie della vecchia Milano), nelle versioni bianco e rosso, il focus rimarrà la selezione di blend con uve del Nord e del Sud Italia. Una volta definita la ricetta con l'enologo di Cantina Urbana, Riccardo Terzaghi, i vini andranno ad affinare in anfore di terracotta. Sempre disponibile sarà anche il frizzante El Mòs, una bollicina spensierata, fresca e leggera, pensata sul Naviglio, ma realizzata con le uve di Massimo Marion, precursore dell'agricoltura biologica, nel Trevigiano. “Last but not least, non posso non menzionare - conclude Michele Rimpici - il nostro progetto 'Maninude' dedicato ai vitigni indigeni. Lavorando a 4 mani con amici vigneron sparsi per l'Italia, andiamo alla ricerca di vini unici prodotti con vitigni autoctoni in luoghi estremi ed evocativi, di cui cerchiamo di preservare l'autenticità seguendo la produzione in loco per poi portare il vino a Milano e imbottigliarlo in Cantina Urbana. Dopo la Tintilia molisana ci saranno altre due novità, prodotte l'anno scorso, che usciranno a Natale, ma di cui non possiamo svelare ancora il nome!".