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Pisapia regala due nuove moschee ai milanesi

Simona Bertuzzi
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Che l'amministrazione in carica fosse disposta ad ascoltare i cittadini soltanto quando le danno ragione, lo sapevano dal giorno del suo insediamento. Oggi ne abbiamo, una volta di più, la prova provata. Con evidente forzatura, il consiglio comunale si è trovato costretto ad approvare la delibera sul bando che consente l'apertura di due nuove moschee, con annesso regalo di aree pubbliche. Non importa che in redazione ci siano pervenute a migliaia le firme di milanesi che hanno aderito alla nostra campagna e hanno espresso la propria contrarietà. Non importa che a Lampugnano, dove un minareto dovrebbe svettare sull'area dell'ex Palasharp, sia scoppiato il finimondo in consiglio di zona, nonostante il tentativo di reprimere ogni dissenso, anche di militanti Dem. Non importa che la Regione sia in procinto di approvare una legge sui nuovi di culto, intesa a regolarne l'istituzione, così da evitare brutte sorprese. Anzi, è di tutta evidenza che la somma di questi fattori abbia indotto la maggioranza a stringere i tempi, per tradurre le proprie intenzioni in fatto compiuto prima d'esser costretta a più miti consigli. La normativa che il Pirellone discuterà in gennaio prevede per esempio l'obbligo della Vas, cioè la valutazione ambientale strategica, grazie alla quale anche singoli cittadini potranno esprimere osservazioni e riserve; inoltre le associazioni che intendono costruire un luogo di culto dovranno rispondere a criteri stringenti, nessuno dei quali appare nella delibera del Comune, mero gesto politico, al pari dell'iscrizione nel registro delle coppie di fatto, dichiarato illegittimo dal ministero dell'Interno (chissà che ne pensano gli islamici). Quattro sciamannati dicono no alle vie d'acqua previste per Expo e Pisapia s'inchina. I quartieri non vogliono le moschee ma Pisapia tira dritto. Si tratta di una scelta ideologica, di cui i musulmani sono strumenti inconsapevoli. La sinistra insegue l'utopia della società multietnica e multiculturale: imporre moschee è, secondo loro, un modo per realizzarla. Ecco perché gli arancioni vanno per le spicce. Un tema tanto controverso avrebbe meritato approfondimenti seri e un confronto non formale con le comunità islamiche, alla ricerca di una via condivisa. A Palazzo Marino non ne sono capaci. RENATO BESANA

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