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Milano scrive alle famiglie

Attenti al sesso tra teenager

Albina Perri
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Il comune di Milano lancia una campagna contro gli eccessidei siti on line a luci rosse diretti al pubblico giovanissimo. A farlo, conuna lettera alle famiglie, è l'assessore alla Salute, Giampaolo Landi diChiavenna. “C'e' una dilagante cultura della microprostituzione, e il mezzo è diventatoovviamente la rete”, dice deciso l'assessore. Dopo la lotta al consumo dialcool tra i minorenni, al consumo di droga e la crociata contro laprostituzione in strada, adesso l'assessore milanese punta il dito contro larete e la facile diffusione del materiale pornografico. Dopo la collaborazione diuno staff di psicologi sessuologi e di Palazzo Marino è stato lanciato l'allarmesul materiale pornografico destinato ai ragazzi. “I dati sull'aumento didiffusione della microprostituzione e delle frequentazioni abituali di sitipornografici sono preoccupanti – dice l'assessore – per questo abbiamo deciso d'intervenirecon iniziative d'informazione e sensibilizzazione alle famiglie”. Nessunprovvedimento proibizionistico, quindi, ma diversi opuscoli e materialeinformativo recapitati direttamente alle famiglie milanesi. A ottobre poiverranno distribuiti altri opuscoli che affronteranno le problematiche deicomportamenti dei ragazzi e che saranno in grado di fornire ai genitori deiconsigli a carattere tecnico per attivare i filtri per la navigazione in rete. L'assessoreprecisa che non si tratta di un attacco al sesso che, secondo il suo parere,sarebbe utile alla formazione di ogni individuo, ma all'aumento dimercificazione del sesso e ai fenomeni della microprostituzione. “Comeassessorato – spiega Landi – non prenderemo nessun provvedimento proibizionistama affrontaremo il problema delle ragazzine che, per arrotondare la paghetta,offrono spogliarelli via webcam e altre prestazioni erotiche”. A far definireil fenomeno inquietante anche il continuo abbassarsi dell'età in cui i ragazzi,ormai indigeni digitali, utilizzano la rete per accedere a contenuti a lucirosse. Misure che a questo punto sembrano necessarie, visti i casi di qualchemese fa quando alcuni ragazzini delle elementari furono sorpresi a scambiarsifilmati zoofili nei bagni della scuola.

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