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Milano, mense delle scuole in sciopero. Ma Beppe Sala vieta anche la schiscetta: rivolta dei genitori

Miriam Romano
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Domani e lunedì i lavoratori di Milano Ristorazione si riuniranno in assemblea sindacale. Non potranno per questo motivo preparare i pasti per le scuole di Milano che quotidianamente fanno uso del servizio mensa. Mentre, però, molte scuole materne statali consentiranno ai bambini di portarsi il pasto da casa, ai bimbi delle scuole dell'infanzia del Comune - quindi con bimbi della stessa età da 3 a 6 anni- non sarà permesso portare nemmeno la schiscetta.

Per poter pranzare i piccoli alunni dovranno tornare a casa: i genitori dovranno andare a prenderli durante quella che sarebbe dovuta essere la pausa pranzo di mezzogiorno e riaccompagnarli in classe per le 14.  «Informiamo tutta l'utenza scolastica» si legge nella comunicazione arrivata ai genitori, «che venerdì 14 maggio 2021 e lunedì 17 maggio 2021 dalle 8 alle 12 si terranno assemblee sindacali del personale di Milano Ristorazione». In particolare domani, non saranno erogati i pasti in tutte le scuole d'infanzia, primarie e secondarie di primo grado servite dai centri cucina di Area 1 (Castellino da Castello, Cittadini, Colleoni, Dora Baltea, Giusti, Iseo) e Area 2 (Alex Visconti, Anselmo da Baggio, Balsamo Crivelli, Donati, Foppette, Forze Armate, Lamennais, Paravia, Salerno, Val D'Intelvi). Invece lunedì il servizio sarà sospeso per l'Area 3 (Gargano, Ravenna, Ucelli di Nemi) e Area 4 (Bottego, Clericetti, Della Giustizia, Matteucci, Sammartini). Subito è scatata la protesta dei genitori delle scuole dell'infanzia.

Per chi lavora, portare i figli a scuola, riprenderli per il pranzo e riaccompagnarli a casa, è più che un disguido. Le lamentele sono nate anche alla luce della diversità di gestione delle scuole comunali rispetto alle primarie, dove invece non ci sarà il divieto del pasto al sacco. In tanti si sono rivolti ai dirigenti scolastici, senza fortuna, e hanno inondato di critiche i profili social del Comune di Milano. Nelle scuole statali, grazie all'autonomia scolastica, ogni dirigente ha provveduto a fissare le proprie regole per i casi in oggetto, anche sulla base degli spazi a disposizione e dell'età dei bambini. La soluzione di diverse scuole statali è quella di lasciare la libertà di scelta tra il pranzo al sacco o il rientro a casa. «Secondo il protocollo di sicurezza adottato in tutte le scuole dell'infanzia", spiega il Comune di Milano, «non è permesso introdurre nelle strutture cibo portato da casa. Una direttiva che viene applicata in maniera ancora più stringente da quando l'epidemia da Covid-19 ha investito il nostro Paese, per la sicurezza di bambini e lavoratori che trascorrono la loro giornata in "bolle" isolate. La modifica del Protocollo di sicurezza coinvolge rappresentanze sindacali, medico competente, RSSPP e potrà essere valutata in questo ambito».

Una beffa per le famiglie. Solo per i bambini che frequentano i nidi il Comune farà eccezione: «Nei casi di emergenza, come questo, il Comune, grazie a un accordo con Milano Ristorazione e Ats, garantisce un pasto di emergenza, per tutelare i bambini più piccoli che frequentano i nidi, considerata la loro tenera età (che comprende anche i lattanti)». Da Palazzo Marino, infine, consci del disagio, fanno sapere che cercheranno di trovare una soluzione per il futuro. «Riconoscendo il disagio che la necessità di provvedere al pranzo autonomamente e fuori dalle strutture comporta per le famiglie, valuteremo di avviare un percorso, che coinvolgerà la Rappresentanza cittadina e tutti i soggetti interessati, per trovare una migliore soluzione per i bambini e le bambine di tutti i servizi all'infanzia. Milano Ristorazione» risponde il Comune ai genitori, «ci ha già assicurato l'impegno di lavorare ad una proposta completa di "pasto di emergenza scuole d'infanzia" o altre modalità condivise valutandone la fattibilità. È un progetto non semplice, che non si potrà realizzare in pochi giorni».

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