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Milano, Beppe Sala toglie i posti auto ai cittadini per darli alle auto blu del Comune

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Matteo Legnani
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Hanno "falciato" un numero esorbitante di posti auto in giro per la città, per fare discutibili corsie ciclabili e piazze "tattiche". Da mercoledì prossimo torneranno a farci pagare la sosta sulle strisce blu. Hanno ristretto carreggiate in decine di strade per rendere la vita difficile agli automobilisti. Auspicano la supremazia della cosiddetta "mobilità dolce", attraverso l'uso di biciclette e monopattini elettrici. Poi, però, "sequestrano" trenta stalli per la sosta, sottraendoli ai cittadini, e li riservano alla sosta gratuita delle loro auto. I cervelloni del Comune a trazione Pd hanno gettato la maschera in via Durando, uno stradone della Bovisa che corre da piazza Bu san a via Cozenz. Lì, in queste settimane, stanno arrivando circa 600 dipendenti comunali.

Si tratta di uno dei traslochi che stanno portando al decentramento di molti uffici e assessorati nelle periferie (Mobilità e Urbanistica, ad esempio, sono finiti al Corvetto). La striscia gialla e la segnaletica verticale che delimita i 30 e passa stalli di via Durando sono comparsi a metà maggio. Nel quartiere, dove hanno enormi problemi di parcheggio perché moltissimi degli stabili, costruiti nell'immediato dopoguerra, sono senza box, non l'hanno presa benissimo. In particolare, il comitato Bovisattiva ha deciso di scrivere al sindaco Giuseppe Sala e all'assessore alla Mobilità Marco Granelli per chiedere spiegazioni. Nella lettera, che si può leggere sulla pagina Facebook del comitato di quartiere, si legge, tra l'altro, che «dobbiamo notare l'incongruenza di un'amministrazione comunale che negli ultimi anni ha, giustamente, fatto di tutto per disincentivare l'utilizzo delle automobili a favore dei mezzi pubblici e della mobilità dolce e poi riserva i parcheggi ai propri dipendenti. Inoltre, l'articolo 7 del Codice della strada prevede un elenco tassa tivo dei casi in cui le amministrazioni comunali possono riservare i parcheggi pubblici a determinate categorie, come disabili, mezzi di soccorso, eccetera e idi pendenti delle pubbliche amministrazioni non ne fanno parte. (...) Ci sono già sentenze del Tar che lo ribadiscono e una circolare del Ministero dei Lavori pubblici che lo afferma».

La lettera termina con una minaccia di rcorso al Tar. Qualche giorno fa, l'assessore Granelli ha fatto pervenire al Comitato la sua replica, affermando che gli stalli sono «per le sole auto di servizio, e non per le auto private dei dipendenti comunali», e che «la maggior parte dei posti sarà restituita ai cittadini tra due mesi, quando i lavori per la nuova sede degli uffici saranno terminati e saranno disponibili una ventina di posti al piede dello stabile». Michele Polito, fondatore di Bovisattiva, pur ringraziando l'assessore per la replica, si chiede però «perché sia stato necessario mettere la segnaletica verticale e orizzontale se si tratta di una esigenza di soli due mesi», oltre a far notare che «i dipendenti comunali non sono ancora arrivati, anche se gli spazi saranno effettivamente riservati già dal prossimo 9 giugno».

E assicura che curerà la situazione: «Verificheremo che non più tardi di inizio settembre i posti siano effettivamente stati restituiti ai cittadini ed, eventualmente, quanti il Comune se ne terrà per le sue auto di servizio». Per il capogruppo della Lega al Municipio 9, Alberto Belli, «il Comune avrebbe dovuto tenere conto delle esigenze di sosta dei suoi mezzi, nella scelta dello stabile in cui trasferirsi, cosa che ha evidentemente trascurato. E poi, questa è una zona con problemi di parcheggio, che saranno sicuramente aggravati dall'arrivo di centinaia di dipendenti del Comune, molti dei quali sicuramente useranno l'auto per venire a lavorare in un'area che non è ben servita dai mezzi pubblici».

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