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Milano, ecco la classifica dei redditi quartiere per quartiere: dove vivono i più ricchi

Massimo Costa
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Brera e il Quadrilatero sono ancora in testa alla classifica della ricchezza pro capite dei residenti. Ma, subito dietro le vie storiche del centro città, sale al secondo posto la zona che unisce le ville di CityLife firmate dalle archistar e gli eleganti palazzi della Milano borghese di via Vincenzo Monti. La fotografia del benessere arriva dai dati delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2020 dai contribuenti della città e pubblicata nei giorni scorsi dal Ministero dell'Economia e delle Finanze: i numeri sono divisi per «Cap», il codice di avviamento postale che raduna zone omogenee (pur ovviamente con le differenze interne che possono coesistere all'interno dello stesso rione). In testa c'è il Cap 20121, la zona più prestigiosa della metropoli che comprende MonteNapo, Cairoli, piazza Castello e via San Marco: qui il reddito imponibile medio è di 96.599 euro; gli abitanti delle ville extralusso di CityLife - nel quartiere che comprende anche Pagano e via Monti - dichiarano invece mediamente 76.741 eu ro. Una cifra più alta anche dei residenti lungo l'asse Duomo -San Babila (dove nel 2020 si sono presentati 730 con reddito medio di 65.867 euro) e delle affascinanti strade tra Sant' Ambrogio, San Vittore e il Carrobbio: qui si guadagnano 72.895 euro a residente. Sopra la media cittadina ci sono due quartieri semicentrali, uno a est e uno a ovest, appaiati a quota 52mila euro: da una parte il quartiere Dateo-Risorgimento, dall'altra l'asse De Angeli -Portello.

Tra le zone semicentrali l'imponibile medio supera i 45mila euro anche in zona Porta Nuova-stazione Centrale, Porta Romana, via Solari, Chinatown e Sempione. Poi, allontanandosi dal centro, il reddito si abbassa ma con qualche curiosità interessante: il Cap che include Lorenteggio e piazza Frattini (la più popolosa di Milano come numero di contribuenti) ha una ricchezza media paragonabile alla zona ultraresidenziale di Città Studi; al Gallaratese, estrema periferia ovest, si guadagna di più che al confine est di Lambrate e Ortica. Di fianco alla Bocconi la ricchezza pro capite è più alta della zona Navigli (37.851 euro a 31.252 euro). Altra lezione.

Non tutte le periferie sono uguali: cambiano tipologia delle case, la vivibilità e anche il 730. L'asse San Siro-Qt8, polmone verde occidentale della città di Milano, ha un reddito medio più alto di tutti gli ambiti decentrati: supera di misura Porta Vittoria, Baggio, Forze Armate, Affori e Niguarda. Il quartiere più povero? Equivale al «Cap 20157», dove si trovano le case popolari di Quarto Oggiaro e le abitazioni vicine agli snodi della tangenziale di Roserio: il reddito imponibile pro capite nel 2020 è stato pari a 18.472 euro. Oltre 5 volte più basso rispetto al Quadrilatero. I numeri del ministero dell'Economia assegnano anche al Cap 20142 - l'ambito dei quartieri Barona, Gratosoglio e Chiesa Rossa - il quartiere con il maggior numero di pensionati (16.515) ma anche il record di contribuenti che dichiarano una cifra minima (tra 0 e 10mila euro annui).

E i Paperoni? L'esercito più numeroso di chi dichiara almeno 120mila euro si trova nei due ambiti di San Babila e Porta Venezia (dove risiedono rispettivamente 3.133 e 3.117 contribuenti di fascia alta). Produttività e disuguaglianze, benessere e marginalità. A Milano i redditi sono mediamente più alti anche di altre città del Nord Italia come Torino, ma nascondono anche differenze profondissime tra i vari rioni: sarà bene che anche chi si candida a governare la città alle prossime elezioni ne tenga conto.

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