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Milano, schiaffo di Beppe Sala ai commercianti: raddoppia la ciclabile di corso Buenos Aires

Enrico Paoli
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L’unica speranza, per gli automobilisti milanesi che vogliono continuare ad usare la macchina, è sperare nell’invenzione dell’auto tascabile.  Perché con la guerra dichiarata dal Comune alle quattro ruote, per far posto solo a biciclette e monopattini, Milano rischia davvero di trasformarsi in una sorta di città proibita, costellata di divieti e segnata solo di piste ciclabili. Dunque via i posti auto da corso Buenos Aires, da piazza Oberdan a viale Tunisia, a partire dal mese di agosto, quando inizieranno i lavori. Ad annunciarlo l’assessore alla Mobilità del Comune, Marco Granelli, a margine della mattinata di confronto con il sindaco Sala e il Pd Milano metropolitana alla Balera dell'Ortica. “Allargamento del marciapiede, ciclabile larga più di 2 metri e mezzo, via la sosta, e una carreggiata un po’ più ampia di quella attuale (4,7-4,8 metri) che permette di avere due macchine affiancate”, spiega l’assessore, “questo è il modello che metteremo in campo nel primo tratto, tra Oberdan e viale Tunisia, nel mese di agosto”.

Tutto questo perché “abbiamo visto che in corso Buenos Aires transitano tanti ciclisti, siamo a 9mila ciclisti al giorno nel mese di maggio. Per questo confermiamo la ciclabilità e la miglioriamo”. Replicando a chi gli chiedeva dove parcheggeranno le macchine, Granelli sottolinea che “le auto potranno parcheggiare nelle vie laterali, nei parcheggi sotterranei, ma soprattutto chi va a fare acquisti in Buenos Aires può andare in bici o in metropolitana, come stanno facendo oggi tanti milanesi".

Un milanese su quattro che va in Buenos Aires, ha concluso l'assessore, “ci va in bici e chi va in macchina ormai rappresenta la metà del flusso”. Dura la reazione dei commercianti. “Noi siamo pronti al cambiamento, siamo pronti a condividere i progetti, siamo pronti a dare il nostro contributo. Quello che chiediamo è il coinvolgimento, per lavorare insieme al futuro della nostra città”, afferma Marco Barbieri segretario generale di Unione Confcommercio Milano, sottolineando che “con il ritorno completo alla normalità, turismo straniero incluso, la città rischia la paralisi. Basta immaginare le settimane della moda o del mobile”. “Sono convinto che il confronto, anche acceso, sia alla base dei grandi cambiamenti positivi che possono accompagnare il nostro paese nel futuro”, sostiene Barbieri, “Milano è una città che non si ferma e sta per rimettersi in moto a ritmi serrati preparandosi ad affrontare sfide importanti. In questi anni abbiamo lavorato, in stretta collaborazione tra pubblico e privato, per rendere la città sempre più attrattiva e vivibile per cittadini, visitatori e turisti. E i numeri record del 2019 ci hanno premiato”.

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