Cerca
Cerca
+

Jyamma Games, l'azienda milanese che ha creato la nuova era dei videogiochi

Esplora:

Dino Bondavalli
  • a
  • a
  • a

Il loro terreno di conquista è un ambito che alla maggior parte degli over 40 potrà sembrare oscuro. Quello dei videogiochi, oggi considerati una vera e propria forma d'arte per il talento inventivo e la capacità espressiva che li caratterizza, è infatti un mondo che, visto dall'esterno, sconta ancora l'esistenza di falsi miti e di luoghi comuni difficili da superare.

Eppure, la giovane software house indipendente milanese Jyamma Games, realtà fondata nell'ottobre 2019 e specializzata nel settore gaming, rappresenta un vero fiore all'occhiello del Made in Italy e dell'imprenditoria lombarda. Non solo per aver creato lavoro in piena pan demia da Coronavirus, quadruplicando in soli 20 mesi il numero di collaboratori rispetto al momento della nascita, ma anche per essere già diventato l'unico studio italiano a buttarsi nel mondo dei giochi AA+, una categoria di livello tanto alto da essere normalmente riservata ai grossi gruppi internazionali.

Nell'industria dei videogame le produzioni vengono informalmente classificate con una, due o tre A in base al tipo di sforzo e investimento produttivo richiesto per realizzare un gioco. «Un po' come nel mondo del cinema, dove un film può avere un budget che parte da poche decine di migliaia di euro mentre le grandi produzioni hollywoodiane raggiungono costi di centinaia di milioni di euro, nei videogiochi si parte da produzioni classificate A, che impegnano poche persone e il cui costo di sviluppo va dai 500 mila euro ai 2 milioni di euro, si sale a quelli doppia A, che hanno budget tra i 2 e i 20 milioni di euro, e si arriva ai tripla A, che impiegano anche migliaia di collaboratori con budget oltre 20 milioni», spiega Giacomo Greco, 42enne fondatore e amministratore delegato di Jyamma Games. Un talento imprenditoriale nel Dna, ereditato dal padre e dal nonno, e un passato da produttore nel mondo della musica, dove ha lavorato anche con artisti di calibro mondiale come il rapper Snoop Dog, è lui ad aver dato vita a questa creatura, capace di imporsi in meno di due anni in un settore ipercompetitivo.

Tutto è accaduto rapidamente. Prima l'apertura, con un gruppo di nove collaboratori conosciuti durante gli studi alla Digital Bros Game Academy di Milano. Poi la creazione dei primi videogame per il settore degli smartphone, registrando oltre mezzo milione di download. Infine, la scelta di affrontare una sfida che nessun altro in Italia aveva mai lanciato e la crescita vertiginosa con il reclutamento di figure professionali più esperte e di talenti italia ni di ritorno da esperienze all'estero fatte nelle più importanti software house. «Se in un primo momento ci siamo dedicati allo sviluppo di giochi per il mobile, lanciandone quattro nel giro di pochi mesi (Go Down, Cowzuuka, Matchy Catch e Hi -Ball Rush, nda), successivamente abbiamo deciso di passare all'ambito dei personal computer e delle console, anche per assecondare un mercato che nel frattempo era evoluto molto rapidamente», spiega Greco. «La scelta è stata quella di farlo puntando su un gioco AA+, che sarà un gioco di ruolo di azione (souls -like) ambientato in Italia per giocatori molto esperti. Lo abbiamo chiamato in codice Project Galileo e ci stiamo lavorando per fare in modo che il giocatore viva davvero la sensazione di essere in Italia, con le nostre musiche, colori, atmosfere».

Un progetto che ha già attratto l'attenzione dei grandi editori internazionali. E al quale adesso stanno lavorando 45 persone tra game designer, programmatori, artisti e animatori. Lo sviluppo e la produzione di un gioco per pc o console coinvolge professionalità e artisti ad ampissimo raggio. Proprio come un film. «Il videogioco è la forma d'arte più completa di oggi, perché ha dentro la parte sonora, quella artistica e quella grafica», sottolinea Greco, il cui prodotto sarà in lingua inglese e destinato primariamente ai mercati esteri. «Il mercato di questo gioco è fatto al 70% da Stati Uniti e Asia, per quanto anche in Italia ci sia una nicchia di appassionati», spiega Greco. Quanto ai tempi, «entro fine anno presenteremo la demo ai publisher, dalle cui scelte dipenderà se uscire col gioco nel 2023 o l'anno successivo».

Dai blog