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Monza, detenuto incendia cella

Agenti ricoverati per asfissia

Eleonora Crisafulli
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Ha appiccato il fuoco nella propria cella in segno di protesta, portando al ricovero di una decina di agenti penitenziari per asfissia. È avvenuto nel carcere di Monza. L'uomo, un marocchino di 38 anni tossicodipendente, questa mattina ha dato in escandescenze sostenendo che il trattamento cui era stato sottoposto non era sufficiente. Le fiamme si sono propagate così rapidamente che è stato impossibile attendere l'arrivo dei vigili del fuoco. Gli agenti sono intervenuti e, per prima cosa, hanno messo in salvo gli altri detenuti con l'ausilio delle maschere d'ossigeno. Quindi, con gli idranti a disposizione hanno contenuto e poi spento l'incendio. Per gli agenti, secondo quanto riferito in una nota da Eugenio Sarno, segretario generale Uil Pa Penitenziari, si è reso necessario il ricovero in ospedale a causa di un principio di asfissia e intossicazione determinato dal fumo denso sprigionato dalle fiamme. Il detenuto marocchino era già noto per atti di intemperanza e per la sua difficile situazione psichica. Già nei giorni scorsi aveva creato scompiglio perché chiedeva di essere sottoposto a terapie con psicofarmaci ed era stato ricoverato in una delle celle del reparto infermeria.

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