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Tre tentati suicidi in un solo giorno, il caso che sconvolge Milano: l'ipotesi, "ecco cosa c'è dietro"

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Federica Zaniboni
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Alle 7 della mattina una 15enne si toglie la vita lanciandosi dal settimo piano di un palazzo nella periferia milanese. Soltanto un’ora più tardi e a pochi chilometri di distanza, lo stesso accade a una ragazzina di 12 anni, che sopravvive in gravissime condizioni - dopo una caduta dal quarto piano. Nel pomeriggio, poi, un altro 15enne si getta nel vuoto senza dare alcuna spiegazione, lasciando sgomenti i residenti del quartiere Comasina, dove abitava coi genitori. Il primo giorno di scuola - lunedì 13 settembre - Milano si sveglia nel dolore di tre inquietanti tragedie, le quali, però, al momento, non sembrerebbero legate fra loro.

Una tremenda e incomprensibile coincidenza, quindi, sulla quale da due giorni stanno indagando la polizia di Stato e i carabinieri. In merito al caso del ragazzino di 15 anni, la procura del capoluogo lombardo ha aperto ieri un'inchiesta, a carico di ignoti, con l'ipotesi di istigazione al suicidio. Il giovane sarebbe morto praticamente sul colpo dopo essere precipitato dal 12esimo piano di un grattacielo nella periferia Nord di Milano, dove abitava insieme alla famiglia di origini cinesi. I genitori non parlano italiano e, anche se sono stati ascoltati a lungo dalle forze dell'ordine, risulta ancora difficile ricostruire nei dettagli la vita del 15enne.

 

 

 

Ciò che sembra certo, però, è che tutti e tre i minorenni erano in buone condizioni di salute: non avevano problemi fisici particolari né soffrivano di alcun disturbo psichico o mentale. Nonostante nessuno dei tre abbia lasciato un biglietto di addio o un testo scritto prima di compiere il gesto estremo, non ci sono dubbi sul fatto che si sia trattato di due suicidi e di un tentativo di suicidio. La più giovane, una bambina di soli 12 anni, sarebbe stata vista da un vicino di casa mentre si lanciava volontariamente dalla finestra del quarto piano.

Stabilizzata sul posto dai soccorritori, è stata trasportata in gravi condizioni all'ospedale Niguarda di Milano, dove è ricoverata in prognosi riservata nel reparto di neurochirurgia. Anche in questo caso, non si conoscono le ragioni che avrebbero spinto la ragazzina a compiere il tragico gesto, del tutto inaspettato per i familiari e chiunque le fosse vicino nell'ultimo periodo. La 12enne avrebbe dovuto iniziare la seconda media quel giorno stesso, ma alle 8 del mattino, anche se in casa c'erano ancora mamma e papà, si è lasciata cadere dalla finestra della sua casa in zona Cenisio, circa sei chilometri più a Sud rispetto all'abitazione del 15enne che ha fatto lo stesso poche ore dopo. La coetanea che si è buttata alle sette della mattina, invece, risiedeva nel Comune di Bollate, a pochi chilometri più a Nord del capoluogo. Precipitata dal settimo piano, anche per lei non c'è stato niente da fare. Sembra inspiegabile che tre tragedie tanto terribili siano avvenute tutte lo stesso giorno e nella stessa provincia. Ma se quest' ultimo dettaglio può essere soltanto una brutta coincidenza, è innegabile l'aumento dei casi di suicidio nel post pandemia

 

 

Il tragico gesto, infatti, corrisponderebbe alla seconda causa di morte tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni. Come ha fatto sapere l'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in occasione della giornata mondiale contro i comportamenti suicidari e a rischio che si è ricordata venerdì scorso, il lockdown e la situazione di incertezza che viviamo avrebbe portato a un aumento dei fenomeni di stress e di autolesionismo. Al punto che, in Europa, un adolescente su cinque, nell'ultimo anno, ha messo in pratica comportamenti autolesivi. L'ospedale romano ha registrato quasi il doppio delle richieste d'aiuto e di consulenze specialistiche per ferite autoinflitte o tentativi di togliersi la vita, facendo sì che i ricoveri dei giovani aumentassero dal 17 per cento del gennaio 2020 fino al 45 per cento un anno dopo.

 

 

 

 

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