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Linus, Milano ostaggio delle gang dei rapper criminali: "Più sicurezza e non sottovalutare il problema"

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Enrico Paoli
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Stavolta non è Radio Deejay a chiamare l'Italia. È Libero a chiamare Linus, deus ex machina dell'emittente radiofonica e conduttore del programma, assieme a Nicola Savino. Perché se devi parlare di rapper e Milano, musica e giovani, disagio sociale e ripresa post Covid, arresti e social, devi sentire un esperto. E Linus, a suo modo, lo è. Soprattutto è uno che osserva il mondo che gira intorno, a differenza di tanti altri presunti esperti. «Guardi questa vicenda dei rapper non è un solo una questione milanese, e non lo dico per sminuire quanto avvenuto (Gli agenti della Polizia di Stato di Milano hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 32enne rapper milanese Kappa_24K, ndr), ma riguarda tutto il Paese, e non solo direi».

Quindi i rapper arrestati a Milano sono figli di un fenomeno più complesso?

«Nello specifico si sommano due fattori, fondamentalmente. Questa scuola musicale, definiamola così, estremizza i comportamenti da gangster, facendo ricorso a termini estremi e violenti. Ma sono criminali a parole. Nella realtà sono un fumetto, si atteggiano per essere, per apparire, pensando ai social, ai video».

Dunque il grosso del problema sta dentro la rete?

«Se i gestori dei vari Tik Tok, Facebook, Twitter, Instagram, e via di questo passo, decidessero di controllare i contenuti potremmo risolvere un bel po' di problemi. Invece non lo fanno. E accade ciò che la cronaca racconta».

 

Il sindaco, Beppe Sala, ha parlato di disagio sociale. Ma è davvero solo un problema delle periferie?

«Il problema non riguarda solo le classi sociali meno abbienti, è trasversale. Coinvolge anche i ceti più alti. Zone come Brera e Piazza Gae Aulenti sono diventate pericolose. E lì che si ritrovano la gang, ed è lì che si scontrano».

Quindi esiste un'emergenza sicurezza?

«A Milano serve un maggior controllo del territorio e una presenza più marcata da parte delle forze dell'ordine. Smettiamola con la retorica della città militarizzata e blindata.... eccheccaz....(anche Linus, nel suo piccolo s' incazza...)».

In effetti furti, scippi e risse sono un aumento....

«Stiamo attenti, però, a non commettere un grossolano errore».

Quale?

«I reati commessi dai rapper, e da chi li segue, non sono finalizzati al furto in se stesso, all'ottenere il denaro, ma alla rappresentazione dell'atto per postarlo sui social. Ed è questo il problema maggiore. Mi rendo conto della cosa grazie al mestiere che faccio (Linus dirige Radio Deejay, conduce un programma al mattino e «vive» dentro la musica, ndr) e al punto di vista di mio figlio».

 

 

Quindi in presa diretta?

«Diciamo che fa l'infiltrato e mi racconta quello che accade. Ed molto significativo quello che vede. E non solo a Milano».

Giusto, lei diceva che è un fenomeno nazionale.

«Da un po' di anni a questa parte passo le vacanze a Riccione. L'estate scorsa, per due-tre settimane, la città romagnola è stata letteralmente presa d'assalto da bande di giovani che tutte le sere si scontravano fra loro, dando vita a risse. A lato piccoli eventi criminali, poca cosa. Quello che contava, per loro, era immortalare le scene e postarle sui social. Il nodo è tutto lì».

La società dell'apparire, il video per testimoniare l'esistenza in vita. E poi la rappresentazione del crimine come cifra artistica. I rapper americani, tutto questo lo avevano già fatto anni fa, qui è arrivato ora?

«Il lockdown e i problemi che ha creato hanno amplificato il fenomeno».

Linus, ma Milano è ripartita o è ancora ferma?

«Per come la vedo io è ripartita eccome, nonostante ci ostini a disegnare una città ancora ferma».

E con l'amministrazione comunale?

«Al momento non c'è nessun rapporto ufficiale, in futuro si vedrà».

Comunque tanti auguri e complimenti per i primi 40 annidi Radio Deejay...

«Beh... grazie... grazie davvero»... 

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