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Meloni, orrore al liceo di Milano: "Fasci appesi e sbirri morti"

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Giorgia Meloni ha vinto democraticamente, eppure gli studenti del liceo Manzoni di Milano non lo accettano. Dopo aver occupato l'istituto il giorno dopo il voto, lunedì 26 settembre, sui muri sono apparsi insulti e minacce indirizzate alla leader di Fratelli d'Italia. A raccontare l'accaduto Carlo Fidanza: "Meloni attenta siamo tornati/e", si legge. E ancora: "Fascio attento ancora fischia il vento", "Fasci appesi, nervi tesi", "Salvini appeso", "Meloni in piazza Loreto". Oltre ai leader di centrodestra, nel mirino ci sono finiti anche i poliziotti. A questi ultimi si sono rivolti i "buonisti" di sinistra, augurando loro: "Sbirri morti". 

 

 

"Un linguaggio da anni di piombo prodotto dal clima d’odio alimentato in questa campagna elettorale dalla sinistra", è lo sfogo social di Fidanza. Nel frattempo da parte del Partito democratico non è arrivata alcuna condanna. Silenzio tombale. Silenzio anche sulle parole della giornalista palestinese Rula Jebreal, che si è guadagnata una querela.

 

 

La paladina dem ha cinguettato: "Il padre di Meloni è un famigerato trafficante di droga/criminale condannato che ha scontato una pena in una prigione". Peccato però che se pensava di attaccare la leader di FdI, ha sortito l'effetto contrario: la Meloni è stata abbandonata dal padre piccolissima, aveva solo un anno. E da quando ne aveva undici ha interrotto ogni tipo di rapporto. In sostanza la Jebreal si è macchiata di una pesante caduta di stile. Tutto pur di attaccare una leader scelta dagli italiani. 

 

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