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Milano, il cadavere della madre in casa per incassare la pensione: tradito dal cattivo odore

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Luca Puccini
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Un po’ tragedia, un po’ commedia, un po’ anche quel film di quale anno fa, Metti la nonna in freezer, con Fabio De Luigi e Miriam Leone, un po’ cronaca, di quella recente, recentissima, che inizia con tanta disperazione e finisce con una denuncia. Roba che quasi stenti a crederci. Milano, la periferia di Milano, un palazzone in via Creta, a qualche passo dalla stazione della metro di Bisceglie, nell’area ovest della città. Una zona problematica, tra lo spaccio e la criminalità, ci sono state anche alcune sparatorie, in via Creta, negli ultimi anni.

LE DIFFICOLTÀ 
È lì che vive Antonio P. Ha 61 anni. Abita con la madre, Maria Fontana Calò, classe 1930 che fanno 93 primavere compiute lo scorso novembre, è pugliese d’origine e milanese d’adozione, la signora Maria. Campa, e ci campa anche Antonio, con una pensione di reversibilità: i due non hanno altre entrate anche se, nel frattempo, è aumentato tutto. Le bollette, i prezzi del tram, la spesa al super. Antonio sono mesi che si arrabatta come può. 

 

 

È un bravo cittadino, non è mai caduto nelle trappole della vita da strada, nemmeno lì, in quel quartiere lontano dal centro e vicino al degrado metropolitano. Qualche lavoretto saltuario, qualche impiego che può dargli una certa stabilità: fino al Covid, agli anni bui della pandemia. Da allora, senza la pensione di mamma Maria, non potrebbe arrivare a fine mese. Sul conto, in banca, Antonio, ha appena quattro euro. È il 6 febbraio scorso. La signora Maria non si sente bene. L’età. Le sue condizioni di salute stanno peggiorando da tempo e la sera di quel martedì di 23 giorni fa ha un malore.
"Stava malissimo", racconta, oggi, Antonio. Così fa l’unica cosa che un figlio potrebbe fare in un momento del genere. Alza il telefono e chiama un’ambulanza. È preoccupato, vuol bene a sua madre. Parla con i paramedici, spiega loro la situazione. Ma proprio in quel momento capisce tutto: forse si guarda attorno, forse guarda mamma Maria, forse non ce la fa a tenere gli occhi su di lei, vai a sapere. Fatto sta che si rende conto che, purtroppo, non c’è più niente da fare.

"Oramai è tutto inutile", ricostruisce, dopo. Chiude la telefonata. "Niente, si è ripresa, non fa nulla. Grazie". L’audio (è andata esattamente così) lo ripescano oggi i carabinieri scartabellando i file registrati dal centralino degli operatore del Nue, il Numero del servizio d’emergenza europeo. Ma non si è ripresa, la signora Maria. È morta, morirà quella sera stessa, nel loro appartamento, con Antonio accanto. "Vi dico la verità, ho solo quattro euro, non potevo di certo organizzare un funerale in queste condizioni". Per questo il 61enne decide, seduta stante, di non comunicare il decesso a nessuno, di non dirlo né agli amici che lo stanno aiutando con le spese né ai parenti, almeno fino al giorno in cui incasserà la pensione della madre (su questo punto Antonio non conferma e non smentisce, però tanto basta).
Gli resta un problema, tuttavia. Un cadavere in casa non è una cosa che si nasconde tanto facilmente, non ai vicini. Qualcuno bussa alla sua porta, oppure lo incontra sul pianerottolo, e allora Antonio si scusa sostenendo che gli si è appena rotto il frigorifero e che ha un sacco di formaggio che sta andando a male. Passano i giorni. Uno, due, venti.

 

 

LA SCOPERTA
Domenica pomeriggio (siamo al 25 febbraio) un uomo chiama di nuovo il 112. "C’è odore di cadavere" nel condominio di via Creta, è diventato inconfondibile e anche insopportabile: e quando i sanitari del 118 bussano alla porta di Antonio, quando entrano e si dirigono verso la camera da letto, quando arrivano anche i carabinieri e le forze dell’ordine, viene a galla tutto. Tutto il dolore, tutto il dramma, tutto lo strazio di questa storia così assurda da diventare reale e da concludersi con una denuncia a piede libero, per Antonio, con l’accusa di occultamento di cadavere. Non è la prima volta che succede. Casi simili, più o meno dettati dalla necessità o dall’amore sconfinato (c’è anche chi proprio non ci riesce a “sperarsi” da una persona cara e fa di tutto per tenersela accanto), sono accaduti a Venezia e a Paderno Dugnano, nel Milanese, l’anno scorso, oppure nel Brindisino nel 2022, e solo per citare i più recenti. Ma non cambia lo sconforto, la costernazione che l’alimenta. E ci lascia tutti con l’amaro in bocca.

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