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Milano, gli ecoattivisti lasciano a terra sessanta Suv

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Andrea Fatibene
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Forse non lo sapevate ma, secondo gli attivisti – vandali, teppisti, ecoimbecilli o come preferite chiamarli – di The Tyre Extinguishers (“gli estintori di pneumatici” in italiano), “il tuo SUV uccide”. Così sostiene, senza mezzi termini, il volantino che più di 60 milanesi si sono ritrovati ieri mattina sotto i tergicristalli delle loro automobili colpevoli di essere più ingombranti delle altre. Una nottata in giro per Città Studi, tra le ville eclettiche di via Righi, passata a sgonfiare furtivamente gli pneumatici di Range Rover e Bmw che il giorno seguente avrebbero dovuto accompagnare bambini a scuola, portare gente a lavoro o, perché no, sarebbero rimasti parcheggiati nello slot regolarmente e salatamente pagato alle casse comunali.

I “SUVversivi”, braccio armato italiano del movimento internazionale che si pone come missione quella di “rendere impossibile possedere un SUV in tutte le aree urbane del mondo”, hanno festeggiato così i loro due anni di attività nel mondo. E se solo a Milano il bilancio è di alcune decine, ancora più sfortunati gli automobilisti tedeschi, che tra Berlino e Brema, sono rimasti a piedi con 197 veicoli. Altri 95 a Tolosa, in Francia, 60 in Belgio e 10 a Riga, in Lettonia, come si premurano di comunicare esultanti sulle loro pagine social. «Eravamo nel flusso e abbiamo perso il conto preciso», ironizzano poi strafottenti. Insomma, una vera e propria celebrazione internazionale dell’ecofollia da cui il nostro capoluogo non poteva certo sottrarsi.

 

 

 

PASSARE ALL’AZIONE

Gli organizzatori del movimento nato in Scozia, a Edimburgo, oltre a fare propaganda degli obiettivi e dei risultati ottenuti dalla loro militanza, forniscono anche guide dettagliate su come passare all’azione in prima persona, così che chiunque possa andare a sgonfiare le ruote dei SUV in giro per la propria città. Un’assurdità che a Milano si era già presentata poco più di un anno fa, quando 30 veicoli erano stati neutralizzati da attivisti incappucciati su pattini a rotelle per scappare più velocemente nel caso in cui venissero colti in flagranza dalle forze dell’ordine.

 

 

 

GLI SFOGHI SUI SOCIAL

«Sarà stato un gommista di zona che aveva bisogno di soldi», scherza un passante del tutto ignaro del retroscena. E quando apprende che l’opera è invece di matrice ambientalista commenta: «Perché, pensano veramente che siano i SUV a essere il problema? Vedremo cosa succederà poi con le batterie dell’elettrico!». A ragion del vero, lo stesso volantino da loro lasciato sui parabrezza delle automobili non escludeva ibrido ed elettrico: «queste sono ancora più inquinanti, pericolose e causano congestione». Ma se secondo i SUVversivi «non avrete difficoltà ad andare in giro senza il vostro succhiabenzina» perché «potete andare a piedi, in bicicletta o con i trasporti pubbilici», la gente sui social si è espressa diversamente. «Quell’Audi è la mia macchina! Dovevo portare all’asilo mia figlia e mi trovo la mattinata così. Che bello vivere a Milano!», commenta Enrico.

Poi c’è chi fa notare l’ipocrisia: «un SUV euro 6 inquina molto meno di tutti quei rottami che circolano euro 0/1/2 però fa più figo colpire i SUV dei benestanti, bucare le gomme a una panda del 2000 non crea lo stesso hype (clamore, ndr)». Per il resto, è lunga la trafila di insulti fantasiosi e non riportabili in questa sede. E sono anche molti quelli che ipotizzano come in questi gesti sconsiderati non ci sia anche una timida nota di invidia, oltre alla supposta irreprensibile coscienza ambientale millantata da atti vandalici di questa natura. Di eco imbecilli, ormai, è pieno il mondo. 

 

 

 

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