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Milano, la confessione dell'immigrato: "Perché ho accoltellato il poliziotto"

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Le dichiarazioni davanti ai giudici di Hasan Hamis sono imbarazzanti. "Non ho visto che erano poliziotti, mi hanno puntato una luce contro ma non mi hanno detto che erano poliziotti. Io non ho lanciato contro nessuno le pietre, ho lanciato le pietre contro i poliziotti perché non sapevo che erano poliziotti e pensavo che volessero farmi male", ha dichiarato nell'udienza di convalida il marocchino di 37 anni arrestato per il tentato omicidio del vice ispettore della polizia di Stato Christian Di Martino alla stazione di Milano Lambrate tra la notte del 8 e 9 maggio.

"C’è stata una colluttazione - ha detto l'uomo assistito dall’avvocato Alfredo Quattrocchi -. Avevo il coltello nella manica. Ho tirato fuori il coltello, non volevo fargli male, avevo paura che il coltello che era nella manica mi potesse ferire. Ho tirato fuori dalla manica sinistra il coltello con la mano destra, volevo buttarlo a terra in modo che non mi ferisse, ho colpito inavvertitamente il poliziotto con un colpo. Non ricordo di averlo colpito altre volte". 

La gip di Milano Lidia Castellucci ha convalidato e disposto la custodia cautelare in carcere per Hasan Hamis.

Sulle condizioni di salute dell'agente ha parlato il ministro Piantedosi: "È in una condizione di stabilizzazione, per quanto in un quadro che permane molto critico, e quindi di massima attenzione, è ancora in terapia intensiva. Ha subito un intervento molto importante, aveva ferite molto importanti. A lui va tutta la grata riconoscenza e l’apprezzamento per il lavoro che svolge". 

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