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Parco delle Basiliche, buco nero in centro a Milano: barboni, clandestini e droga

Chiara Pisani
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Rifiuti abbandonati, coperte, bottiglie di vetro, tende e verde mal curato, anzi lasciato crescere senza alcun riguardo. Passano i mesi ma nulla cambia per il parco delle Basiliche, in zona Ticinese. Uno spettacolo che di base sarebbe già indecente, ma che lo è ancor più vista la posizione: siamo infatti a due passi dalle Colonne di San Lorenzo. Una posizione a dir poco strategica del capoluogo lombardo. E soprattutto una zona sempre affollata da turisti.

Il polmone verde nel centro storico della città è diventato l’ennesimo accampamento di clochard in città. Un’oasi degradata. Il parco Papa Giovanni Paolo, ex parco delle Basiliche, così chiamato perché collega la Basilica di San Lorenzo e la Basilica di Sant’Eustorgio, di giorno è una latrina a cielo aperto, mentre di notte diventa proprietà privata di senzatetto, che hanno deciso di trasformare questa zona in un luogo dove mangiare, dormire, fare i bisogni e lavarsi (nelle fontane, ndr).

 

«Il giardino, al di là della delinquenza che è un fenomeno che forse andava affrontato prima, presenta da sei mesi un problema di senzatetto che giacciono nel parco anche seminudi», spiega a Libero Giampaolo Giorgio Berni Ferretti, consigliere di Forza Italia in Municipio 1 a Milano. Le fotografie mostrano coperte e materassi e sacchi a pelo ripiegati in un angolo, accanto a un albero e sotto una panchina: sono i giacigli per la notte dei tanti senzatetto che cercano un rifugio dove dormire e che durante il giorno fanno mostra di sé negli angoli del parco.

A questo si aggiunge la sporcizia gettata in giro, bottiglie di vetro e cartacce, oltre ai segni dell'incuria, che costituiscono un pericolo per grandi e bambini che potrebbero inciampare e farsi male. Inutile dire che l’esasperazione dei residenti ha raggiunto il limite. Soprattutto quella dei genitori, che temono per l’incolumità dei propri figli.

 

Per Ferretti, «non è tollerabile lasciare indietro nessuno in una città che dovrebbe essere turistica e che non può permettersi certe scene. Bisogna cercare di reinserire queste persone perché una città opulenta e ricca come Milano non può permettersi di avere una discarica di uomini a cielo aperto, oltretutto accanto alle basiliche». Secondo l’esponente forzista, «è un problema di dignità della società, un fallimento collettivo». A tal proposito Ferretti ha deciso di presentare una nuova interrogazione “Senza tetto e bivacchi nei giardini di Piazza Vetra/via Wittgens”, proprio per porre luce sul tema ed effettuare una ricognizione della zona.

«Noi abbiamo presentato una mozione “Chiese aperte a Milano” per inserire le basiliche in maniera strutturata nei percorsi culturali della città», aggiunge il consigliere rivolgendosi all’assessora comunale al Turismo, Martina Riva, durante la seduta del Consiglio di municipio 1 del 18 luglio. «Ho dovuto ritirarla in Consiglio e di conseguenza a Palazzo Marino non è stata presentata. Purtroppo manca la volontà politica».

Nella mozione, inoltre, si faceva riferimento a un’iniziativa specifica. Veniva proposto il reinserimento sociale di detenuti e senzatetto tramite percorsi di formazione ad hoc per consentire loro di diventare guide turistiche, cantori delle bellezze della città. «Proprio perché l’immenso patrimonio artistico presente nelle chiese italiane spesso è sconosciuto, non valorizzato e addirittura conservato in luoghi di culto chiusi e Milano è parte di questo patrimonio ed ospita edifici di culto che sono veri e propri musei gratuiti a disposizione di tutti sono deserte di visitatori e poco valorizzate come attrattore di turismo di qualità», si chiedeva di attuare una sperimentazione chiamata “Chiese Aperte” consistente in una serie di visite guidate gratuite e di contattare l’Arcidiocesi di Milano per concordare una decina di edifici di culto dove prevedere, in un periodo di tempo limitato, una serie di visite guidate gratuite andando nella direzione dell’aumento delle ore di apertura al pubblico di tali edifici di culto, se non alla riapertura vera e proprio di questi luoghi di culto a scopo culturale.

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