Beppe Sala, i pm lo puntano: l'ultima ipotesi che filtra dalla Procura

di MIcaela Fanellisabato 9 agosto 2025
Beppe Sala, i pm lo puntano: l'ultima ipotesi che filtra dalla Procura

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Un’estate senza tregua per la procura di Milano e per gli indagati nell’inchiesta sull’urbanistica che ha fatto tremare la giunta di Giuseppe Sala e non solo. I pm hanno depositato il ricorso al tribunale del riesame contro la decisione del gip Mattia Fiorentini che aveva escluso i gravi indizi di colpevolezza nel reato di induzione indebita a dare o promettere utilità nel filone sul Pirellino-Torre Botanica. Tra gli indagati, in concorso, l’ex assessore Giancarlo Tancredi, l’ex presidente della commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni, il ceo di Coima Manfredi Catella, l’archistar Stefano Boeri e il sindaco Giuseppe Sala.

Nelle carte della procura si legge che «l’induzione indebita “non costringe ma convince”». Secondo l’accusa, infatti, «Giuseppe Marinoni si è “convinto” a mutare le sue determinazioni amministrative per la evidente convenienza di non compromettere le relazioni con il livello politico (assessore/sindaco) che gli avevano garantito la posizione di potere che ricopriva e che fondavano quella relazione (debito) di “riconoscenza” evocata e riconosciuta come evidente dallo stesso gip, relazione che Marinoni aveva chiaramente interesse a non tradire». Per il giudice che ha accettato parzialmente le richieste avanzate della procura circa un mese fa, invece, il reato di induzione indebita non si sarebbe configurato «per assenza di uno degli elementi costitutivi della fattispecie, individuato nell’interesse e vantaggio» dell’ex numero uno della Commissione Paesaggio. Nell’atto di impugnazione, firmato dalla pm Marina Petruzzella e dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, oltre al riconoscimento dei gravi indizi viene anche chiesto di applicare gli arresti domiciliari per Catella e Tancredi.

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A riprova dell’induzione indebita ci sarebbe «l’acquiescenza del Marinoni alle richieste indebite dell’assessore» che era «suo interesse» assecondare «per perpetuare la posizione di potere che aveva all'interno della commissione per il paesaggio». Circostanza che «trova conferma nel fatto che alla scadenza del suo mandato» la «sua fedeltà alla superiore linea politica ha fatto sì che venisse nuovamente confermato, con provvedimento del sindaco e su proposta dell’assessore» Tancredi, nonostante Sala e l’amministrazione sapessero che Marinoni fosse già stato raggiunto, il 7 novembre 2024, «da un provvedimento di sequestro del telefono in quanto indagato per questa indagine».

La notizia del ricorso arriva il giorno delle udienze fissate al tribunale del Riesame dell’architetto ed ex componente della Commissione Paesaggio Alessandro Scandurra, ai domiciliari da giovedì scorso, e di Andrea Bezziccheri. Il primo a essere ascoltato è stato proprio il patron del gruppo immobiliare Bluestone, l’unico per cui il gip ha disposto la misura cautelare in carcere. L’imprenditore, accusato di corruzione in questo filone e rinviato a giudizio in quello che riguarda le Park Towers di Crescenzago, è arrivato accompagnato dal suo legale Andrea Soliani e scortato da una decina di guardie penitenziarie.

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Un’udienza di oltre due ore in cui la difesa ha cercato di dimostrare che «non c'è nessun sistema corruttivo al quale Bezziccheri abbia partecipato, non c'è nessun illecito urbanistico nelle operazioni che ha portato avanti». «Abbiamo parlato a lungo e depositato una serie di atti scritti. La custodia cautelare in carcere ci lascia sgomenti».

Ha seguito la stessa linea difensiva anche l’avvocato di Alessandro Scandurra, Giacomo Lunghini, ascoltato subito dopo Bezziccheri, che, al termine ha affermato di aver «dimostrato in modo documentale che non c'è nessun fatto di corruzione. Tutti i contratti tra la società Scandurra Studio e i singoli costruttori rispondevano a reali attività che sono state fatte e non sono mai copertura di dazioni», sottolineando che «non c'è mai in nessun atto del procedimento la prova di un accordo corruttivo». «Rispetto all’omessa astensione è pacifico che fino al giugno del 2023 il Comune istruiva i membri della commissione al doversi astenere solo rispetto a propri progetti. Cosa che Scandurra ha sempre fatto: si è sempre astenuto sui propri progetti e non su quelli degli altri», ha concluso Lunghini. Nelle prossime due settimane, al Riesame, sarà il turno degli altri quattro indagati.