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Milano? La politica torni a parlare dei problemi della città

Cortei, assalti ai monumenti, vetrine vandalizzate, odio. E piazza Scala che diventa piazza Gaza: ora basta
di Simona Bertuzzimartedì 14 ottobre 2025
Milano? La politica torni a parlare dei problemi della città

2' di lettura

Non ne possiamo più. Dei cortei. Degli assalti ai monumenti. Delle vetrine vandalizzate. Dei vomitatori di odio. Delle strade paralizzate. Dei sabati in ostaggio. Dei pro-Pal che anche nel giorno in cui si celebra la pace in Medio Oriente - e i poveri ostaggi israeliani tornano a casa dopo 738 giorni di prigionia- scendono in piazza e fanno il loro circo costringendo la polizia all’ennesimo sforzo sovrumano per impedire lo scempio e l’assalto alla sede del comune. Milano ha bisogno di dire basta. E di andare avanti. Soprattutto di risolvere problemi che questa amministrazione ha messo da parte nella foga di partecipare allo scontro ideologico in corso e dire la sua su Trump, Gaza e le imprese della Flotilla.

Ieri è andata in scena l’ennesima giornata surreale. Piazza Scala ribattezzata piazza Gaza coperta di striscioni palestinesi e kefiah per chiedere lo stop al gemellaggio con Tel Aviv (perché vero che c’è la pace ma ci sono stati due anni di guerra e Netanyahu è brutto e cattivo). E il consiglio comunale che dibatteva e si divideva, prima sull’ordine del giorno contro Israele, e poi su un secondo ordine del giorno a firma piddina per chiedere il gemellaggio con Gaza. Il tutto mentre una manciata di manifestanti assaltavano la povera statua di Leonardo prima di provare a sfondare il nobile portone di Palazzo Marino e marciare compatti verso Buenos Aires al grido di battaglia “blocchiamo tutto”.

Ma cosa bloccano che non sia già stato bloccato. Milano non ha mai vissuto una paralisi più grave. E non solo perché c’è l’inchiesta urbanistica che incombe sui nuovi e vecchi cantieri edilizi ma perché chi sta al governo della città ha smesso di occuparsi dei problemi della città. Le buche in strada, le baby gang, le periferie abbandonate, il Seveso che esonda e allaga le strade, le tasse da pagare, le famiglie che avevano comprato casa e non possono entrarci perché ci sono le inchieste, gli affitti che lievitano mentre studenti, anziani, lavoratori perdono potere d’acquisto e non sanno come arrivare a fine mese.

Un anziano, nel milanese, si è buttato giù dal balcone perché l’ufficiale giudiziario bussava alla sua porta e il poveretto, con la sua pensioncina e i suoi modi gentili, non riusciva a saldare le bollette arretrate. Qualcuno si è accorto di lui o ha affrontato il problema? Per carità... Però abbiamo dibattuto settimane del Leoncavallo che dopo 30 annidi occupazione abusiva è stato messo alla porta e ha bisogno di una sede per organizzare i suoi festini della canapa e i suoi concertini senza scontrino.

Il famoso scollamento della politica dalla vita reale. Persino l’Ambrogino vogliono sacrificare alla causa pro-Pal. Non più il premio dei milanesi benemeriti. Ma il premio perla Flotilla. Vi sembra possibile? La città si è rotta le balle, se non tutta, una buona parte. Bene che la politica la intercetti, e corregga il tiro, se non vuole pagare pegno alle prossime elezioni.