Due cuori e una capanna... forse un tempo. Il motivo? A Milano quasi un acquirente su due è single. Si tratta del dato più alto d’Italia, con una percentuale media di acquirenti in città che supera il 46%. Se un tempo uomini e donne preferivano dividersi le spese e andare a vivere insieme quasi per “convenienza”, oggi le cose stanno diversamente. A darci l’immagine di questa nuova tendenza è un’analisi dell’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa relativa ai primi sei mesi del 2025.
A confermare questo trend di “singletudine” sono anche i dati Istat: in città le famiglie composte da un’unica persona superano il 57%. Si tratta di un valore superiore alla media nazionale, che si ferma al 36,2%.
Tornando all’aspetto immobiliare, la percentuale media di acquirenti single nelle grandi città sale al 37,8%, con punte che superano il 40% in alcuni grandi centri: a parte Milano, anche Torino (oltre il 45%) e Genova (oltre il 43%). Chi vive da solo acquista soprattutto l’abitazione principale, che nel 2025 si attesta all’81,8% sul totale delle compravendite. In particolare vengono acquistati soprattutto trilocali (35,1%) e bilocali (32,1%). È in crescita anche la quota di quadrilocali che, per la prima volta nel 2025, raggiunge quasi il 13%. Aumenta anche la percentuale di acquirenti single che hanno fatto ricorso al credito: si sale quasi al 48% rispetto al 41% dell’anno precedente.
Milano, fuga dalla città: ecco quanto si risparmia in provincia
Casa dolce casa, ma non a Milano. I prezzi di acquisto hanno subito un’impennata, dal 2016, pari al 505 e gli affi...I single rappresentano in totale il 48,3% di chi sceglie di locare un immobile: è la quota più alta mai registrata a partire dal 2019. La percentuale di single che affitta per scelta abitativa è del 60,9%, stabile rispetto all’anno precedente. Ferme anche le percentuali di affitti a studenti universitari (6,9%) e lavoratori trasfertisti (32,2%). Che il concetto di famiglia sia nel corso degli anni molto cambiato non è una novità. Milano è la città dei single da ormai diverso tempo. Basti pensare che, rispetto al 2022, la quota dei single è aumentata del 50%. In base ai dati forniti dall’Anagrafe comunale, la percentuale sul totale delle famiglie è passata dal 40% del 2022 al 56,7% del 2023: una crescita di quasi il 50%.
Un dato davvero significativo, visto che la popolazione residente è pari a 1.417.597 persone, per un totale di 783.506 nuclei familiari, di cui 444.907 monocomponenti. Divorziati, anziani, giovani lavoratori: chi sceglie di vivere da solo non lo fa sempre per scelta. E poi non si può far finta che l’ideale della coppia sembra ormai sfumato. Sono tantissimi anche gli innamorati che scelgono di vivere ognuno per conto proprio. È interessante leggere i motivi di chi sceglie di essere single.
In un vecchio articolo del 2016 pubblicato su Vice, un’intervistata confessa che essere single «è uno stile di vita che funziona un po’ meglio degli altri. Nel senso che, a oggi, vince un po’ la mobilità per l’università, il lavoro, le specializzazioni. E spesso le relazioni sono un ostacolo a tutto questo». Per altri, invece, è colpa della città, troppo dispersiva: «Milano è una città grande, magari esci con i tuoi amici, becchi qualcuno ma non lo rivedi più. Credo sia un problema di dimensione...». «Credo che sia perché Milano è il centro economico d’Italia: la gente viene qua per lavorare e ovviamente a qualcosa devi rinunciare», ammette un altro ragazzo.
Ma a porsi queste domande sono davvero in tanti. Il forum Reddit mostra chiaramente come questo sia un tema molto sentito dai cittadini: «Secondo voi perché a Milano il 47% dei nuclei familiari è composto da una persona? Poi, forse è una mia sensazione, ma perché secondo voi è così difficile creare legami duraturi?», si chiedeva un utente già tre anni fa.
La risposta della maggior parte degli iscritti è infatti il lavoro: «Ci sono molti nuclei di una sola persona perché la gente viene a Milano per il lavoro, a discapito di legami familiari ed amicizie, e una volta qui è molto difficile formare nuovi legami da zero, senza nessun punto di partenza... A quel punto riesci a conoscere quasi solo colleghi, e legami più stretti (fidanzati, coniuge) sono ancora più difficili, o per lo meno ci vuole molto tempo». A confermare questo trend è anche Federico Filippo Oriana, Presidente - Ceo Aspesi Unione Immobiliare che a Libero conferma come si tratti non «di un fatto immobiliare, bensì socio-civile. Ossia nella società attuale la famiglia è in crisi come istituzione e si sta sempre più riducendo nel numero medio dei suoi membri. Conseguentemente il nucleo familiare medio tende progressivamente al numero di uno. Ma per non dormire sotto un ponte questo uno ha bisogno di un appartamento. Magari piccolo ma completo. Per cui 4 appartamenti per 4 persone che 50 anni fa ne avrebbero occupato uno solo».
Questo trend - sottolinea è nazionale (anche le mie due figlie trentenni vivono a Genova da sole in due diversi appartamenti), ma il dato numerico a Milano è più accentuato perché nella metropoli che attira manager, funzionari, medici, professionisti, giovani in genere, questo tipo di nostra clientela (sia per l’acquisto che per la locazione) non si porta a Milano la famiglia anche quando ce l’ha. Per cui cerca un appartamento piccolo per single, abbassando ulteriormente la media del tasso di occupazione degli appartamenti? Mi sembra veramente tutto molto scontato (anche se forse non promettente per il futuro della società». Insomma, l’amore sembra essere diventato qualcosa a cui si può rinunciare. L’individualità, la privacy, i propri spazi sembrano essere gli unici valori per cui vale la pena vivere, soprattutto nelle grandi metropoli come Milano, dove alla vita di coppia si preferisce sempre di più la carriera.




