Salvini al Festival del lavoro: "Bene Di Maio sul precariato ma non danneggiare imprese"
Milano, 29 giu. (Labitalia) - "Capisco la voglia del collega Di Maio di limitare il lavoro precario, ma faremo attenzione affinché in nome della lotta al precariato, che è sacrosanta, non si danneggino gli interessi dei lavoratori e delle imprese, costringendoli al nero". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, al Festival del Lavoro a Milano. "I voucher sono stati ipocritamente cancellati per una scelta politica, ma in alcuni settori sono fondamentali e vanno reintrodotti", ha poi sottolineato, aggiungendo: "Mi sono sentito con il collega Luigi Di Maio, da cui ho avuto gli ultimi aggiornamenti" sul decreto dignità e "sulla sbrurocratizzazione, tagliare gli spesometri, i redittometri e gli studi di settore, su quello ci siamo". Sulla flat tax, Salvini ha detto: "Mi piacerebbe dare entro il 2018 un primo risultato concreto per il privato e le professioni, per poi dedicarci alle famiglie. Non posso fare tutto in un quarto d'ora, ma il contratto di governo non deve restare un libro dei sogni, pian piano, mese per mese, voglio applicarlo". Salvini ha assicurato che "l'Italia è un Paese sicuro dal punto di vista economico e ha un livello di risparmio privato fra i più alti al mondo" e che non ci sarà "nessuna forma di patrimoniale o tassazione dei patrimoni". Secondo Salvini, la possibilità di una manovra correttiva da 9 miliardi di euro sono "fantasie di Confindustria". Le coperture per le misure previste dal governo ci sono e "anche di più", ha rimarcato. Sul fronte Ue, Salvini ha affermato: "Ora alla Commissione europea abbiamo la ministra degli Esteri. Dobbiamo chiedere invece ruoli economici. Con il rinnovo della Commissione sarà più importante il dossier di industria, commercio o lavoro. Abbiamo un annetto per lavorarci e sono fiducioso". Salvini ha spiegato che "finora siamo stati penalizzati" da diverse direttive europee, continuando: "Siamo in Europa e rimarremo in Europa ma non vogliamo starci da ultimi e vogliamo migliorare la nostra condizione". Poi, il capitolo migranti dopo l'accordo raggiunto. Al Consiglio europeo, ha riferito, "è stato portato a casa il 70% di quanto richiesto". "Abbiamo messo i puntini su ‘i' e si è arrivati a dei risultati", ha spiegato. "Lezioni dal signor Macron, che al confine respinge decine di bambini e donne, non ne prendo. Finora ha preso solo 600 richiedenti asilo. Prima di parlare ne dovrebbe prendere altri 9mila, fino a quel momento non apra bocca", ha sottolineato. Quindi, a chi gli chiedeva se l'Italia aprirà nuovo centri di accoglienza per i migranti, Salvini ha dichiarato: "Gli unici centri che stiamo aprendo sono quelli per i rimpatri e ne vogliamo almeno uno in ogni regione. Stiamo lavorando a centri per i rimpatri e non faremo nuovi centri di accoglienza". Salvini ha spiegato che "stiamo lavorando per aprire i centri per i rimpatri, in Lombardia, Toscana, Calabria, almeno uno per regione, che ospitino per qualche tempo i clandestini in attesa di espulsione". Nuovi centri di accoglienza "non ne faremo anzi, stiamo lavorando per tagliare i costi esosi per scendere dai famosi 35 euro al giorno su cui sta lucrando una quantità impressionante di finte cooperative". Il ministro dell'Interno ha sottolineato che "non apriamo neanche mezzo centro rispetto a quelli aperti, l'obiettivo è di andarli a chiudere: io ho firmato la sospensione dei lavori già previsti negli anni precedenti per le ristrutturazioni di tutti i centri, penso a Mineo, Isola capo Rizzuto; voglio vederci chiaro su ogni centesimo di euro del capitolo immigrazione e alcune decine di milioni di euro li sto bloccando". Inoltre, ha continuato, "stiamo lavorando per recuperare i rapporti" con Paesi come Niger, Ciad, Mali e "torneremo preso in Libia". L'obiettivo, ha fatto notare Salvini, è "parlare con quei governi ed evitare partenze da quei Paesi: un Paese con cui dovrò lavorare personalmente è la Tunisia perché è il primo per numero di sbarchi quest'anno, voglio lavorare in concordia con le autorità per evitare altre partenze". "Ho sentito il ministro delle Infrastrutture e anche noi emaneremo una circolare che chiude i porti non solo allo sbarco ma anche alle attività di rifornimento alle navi Ong, che sono indesiderate in Italia", ha poi annunciato. "Le navi straniere, finanziate in maniera occulta da potenze straniere, in Italia non toccano terra", ha aggiunto. Quanto alla Libia, ha aggiunto, "per noi è commercio, gas, Eni". "Gli interventi degli altri Paesi in Libia sono stati dettati solo da ragioni economiche, per fare i loro interessi. La Francia ha bombardato per fare i suoi interessi e poi lo scotto lo paghiamo noi. Il futuro della Libia deve essere nelle mani dei libici", ha detto. E sulle sanzioni europee alla Russia ha avvertito che "danneggiano l'economia italiana" e il loro ritiro "c'è nel contratto di governo" ed è "un'idea della Lega da sempre". Inoltre, ha proseguito, "non servono e da qualcuno non sono rispettate: vedremo di far valere i nostri no anche su questo, riusciamo a dirne solo due o tre alla volta".