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Facci: Totò Sabina

Matteo Legnani
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È anche colpa nostra. Lo è, per esempio, se ci ritroviamo a citare di nuovo Marco Travaglio: uno che ha scritto, ieri, che l'assenza di Riina all'audizione di Napolitano corrisponde a "violare i diritti come neppure a Guantanamo". Uno che ha scritto, ieri, che "politici e garantisti ignorano la Costituzione" come forse la ignora - notiamo - anche la Corte d'Assise di Palermo: la quale ha ricordato, semplicemente, come la presenza di certi mafiosi in udienza sia da escludere anche nei processi ordinari; figurarsi in un'udienza al Quirinale. Ma è colpa nostra se rilanciamo questi forcaioli matricolati che diventano garantisti solo per difendere Riina e Bagarella, come pure Sabina Guzzanti, una poveretta che ieri ha solidarizzato coi due stragisti e ha scritto che i traditori delle istituzioni (chi sarebbero, poi) "ci fanno più schifo dei mafiosi". È colpa nostra se organizziamo talkshow grotteschi dove le Guzzanti e i De Magistris pontificano sul velluto. È colpa nostra se andiamo a leggere centinaia di commentatori sottosviluppati, sul Fatto online, che equiparano la mafia allo Stato come intanto i grillini fanno in Parlamento. Colpa nostra, dunque, se stiamo qui a ribattere, rispondere, e la tv a rilanciare: come se la gente un minimo equilibrata e i poveracci speculatori giocassero tutti nello stesso torneo. Gettare merda sul prossimo per il plauso ghignante della parte più stupida e frustrata della popolazione: in Italia è un mestiere. Noi, anche noi, gli diamo mercato.

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