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Mario Giordano attacca le femministe: "Vi siete fatte fregare anche l'utero"

Giovanni Ruggiero
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Se non ora quando? Magari domani. O dopodomani. Insomma bisogna solo dare loro il giusto tempo: prima o poi ci arrivano. Le femministe del "Corpo delle donne", le ultrà dei figli a tutti i costi, le estremiste della fecondazione in vitro, infatti, hanno cambiato idea. Contrordine compagne: l' utero in affitto non va bene. La madre non è un forno. Avere un bimbo può essere desiderio ma non è mai un diritto. Per quanto strano vi possa sembrare l' hanno detto davvero. E non l' hanno detto al termine di una rimpatriata di vecchie amiche, con cena innaffiata da lambrusco e limoncello. No: l' hanno scritto in un appello ufficiale rivolto all' Europa. Nero su bianco. "Aboliamo la maternità surrogata in tutto il continente", è la proposta. Ce la faranno? In attesa di superare la prova, di sicuro hanno già superato la provetta. Il documento, infatti, dice che non tutto quello che la tecnica consente può essere accettato. Che la maternità surrogata non è un atto di libertà e neppure un atto di amore. Che insomma nessuna può pretendere il "diritto" ad avere un figlio sfruttando e pagando il corpo di qualcun altro. Tutte affermazioni di buon senso, sembrano quasi rubate a un editoriale di Libero o del Foglio di Giuliano Ferrara, sottratte di nascosto a qualche parroco o alle pagine di Avvenire. Peccato solo che fino all' altro ieri le femministe, queste affermazioni, le considerassero più o meno come i vampiri considerano l' aglio. Ricordate? "Non si limitano le libertà". "Il figlio è un diritto". "La procreazione non si ferma". "Fecondazione per tutti". E chi osava obiettare rischiava come minimo l' accusa di oscurantista. O, peggio ancora, di omofobo. Per l' amor di cielo, di conversioni sulla via dell' utero ne abbiamo viste tante, anche più che sulla via di Damasco. Non ci stupiremo certo per la capriola intellettuale di Stefani Sandrelli, Michela Ramazzotti, Cristina Comencini, Simona Izzo, Dacia Maraini, accompagnate dal solito coro di esponenti di Arcigay, associazione Slaves no more, Claudio Amendola, Ricky Tognazzi, Fabrizio Gifuni e suore orsoline alternative di Casa Rut. Abbiamo imparato a ridere ai tempi del Braccobaldo Show e bisogna ammettere che questa compagnia di giro non lo fa affatto rimpiangere. Però, ecco, quello colpisce è la nonchalance con cui le femministe "Se non ora quando magari domani" invertono la loro posizione. Come se nulla fosse. Anzi, sono così spudorate che dicono di essere uscite allo scoperto per rompere il "silenzio conformista". Silenzio conformista, capite? Fino a ieri erano pronte a massacrare chiunque parlasse contro l' utero in affitto. Ora denunciano il silenzio conformista. Straordinarie. Applausi. È un po' come se il Califfo Al Bagdad diventasse monaco buddista e dicesse: ma perché ci sono tutti questi stronzi che tagliano la gola al prossimo? Oppure come se la Merkel si trasformasse in Frau Cicala e cominciasse a lamentarsi contro il silenzio conformista a favore dell' austerity. Ci vuole un coraggio notevole. Qualche mese fa un manifesto simile a quello uscito ieri in Italia era stato prodotto in Francia: da noi era stato accolto da un fragoroso silenzio. Anzi, le poche voci dissenzienti erano state immediatamente sottoposte all' inquisizione con l' accusa, per l' appunto, di omofobia. E' chiaro, no? Dire che non si può volere un figlio a tutti i costi era immediatamente letto come un attacco ai diritti dei gay. Adesso, invece, che lo dicono le pasionarie del "Se non ora prima o poi", voilà, diventa una cosa intelligente, à la page, ovviamente anticipata da una pagina su Repubblica e capace di raccogliere attorno a sé tutta la nomenklatura del fighettismo chic. Non è più un attacco ai diritti dei gay, ma è diventata la difesa dei diritti della donna. Tutto ciò è meraviglioso. Se lo si esamina dal punto di vista mediatico-culturale ci verrebbe da chiedere: dove si compra tanta faccia tosta? Se lo si esamina dal punto di vista pratico, però, chi se ne frega. Meglio tardi che mai. Se l' appello del Braccobaldo-se-non-ora-quando-show servirà a fermare l' abominevole compravendita di uteri e bimbi, ben venga. Noi che siamo degli inguaribili ottimisti, ci spingiamo addirittura a sperare che le femministe barricadere possano anche scoprire nuove e imprevedibili verità. Per esempio che una modella che fa pubblicità non uccide nessuno. O che "mai più mamme ai fornelli" è uno slogan delirante. O persino che i figli, secondo natura, nascono sempre da uomo e donna. Potrebbe succedere, perché no? Se non ora, quando. Cioè quando Dio vorrà. Mario Giordano

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