Terremoto a Ischia, meglio abbattere tutte le case pericolanti abusive, a spese dei proprietari
Che sorpresa, in Italia c' è stato un terremoto. Stupore, subito si è innescata una polemica politica. Ci si perdoni l' ironia, siamo davvero dispiaciuti per le due vittime e i loro parenti, abbiamo esultato per il salvataggio dei tre fratellini, Mattias, Ciro e Pasqualino, e siamo orgogliosi del lavoro dei vigili del fuoco ma la nostra partecipazione emotiva finisce qui. Quella sugli edifici che, da noi molto più che altrove, si sbriciolano appena la terra trema infatti è una vecchia storia di cui non ne possiamo più e dove si mischiano il malcostume della politica a quello dei cittadini e dei costruttori. Il dibattito è tutto sulle case abusive, visto che il sisma si è verificato sull' isola di Ischia, ricca di edifici irregolari e il governatore della regione Campania, il mitico Vincenzo De Luca, con la gente ancora sotto le macerie si è affrettato a diagnosticare che «l' abusivismo è un' emergenza». Solo che le due vittime non sono morte per il crollo di edifici senza permessi, e in ogni caso cascano tanto le case abusive quanto quelle regolari che non sono state messe in sicurezza. Ciò premesso, il problema dell' abusivismo nelle regioni del Sud è serio, come dimostra la vicenda del sindaco siciliano di Licata, costretto dai suoi concittadini alle dimissioni per aver manifestato l' intenzione di abbattere qualche edificio irregolare. Il ministro Graziano Delrio afferma che le case abusive vanno abbattute, ma lui è emiliano e non ha problemi di consenso in materia. Il campano Luigi Di Maio, benché leader di un partito giustizialista come M5S, sul tema c' è andato ben più cauto, dichiarando che quello alla casa è un diritto anche se lo stabile è abusivo, e lo stesso De Luca, prima dell' invettiva, ha varato una legge regionale, stoppata dal governo, per rilevare a spese della Regione le case irregolari e riaffittarle ai costruttori che le abitano. Come a dire, dimmi da dove vieni e chi ti vota e ti dirò cosa ne pensi degli immobili abusivi. Riguardo al problema peraltro, una soluzione ci sarebbe. Basta prendere il sisma di Ischia non solo come una tragedia ma anche come una opportunità e abbattere immediatamente, in nome della sicurezza, tutti gli immobili abusivi danneggiati, senza risarcire di un soldo chi li abita, anzi mettendo a carico di costoro la demolizione e la pulizia delle strade dalle macerie. Un messaggio chiaro a chi costruisce nell' illegalità e ai turisti, che così potranno tornare a Ischia presto - questo terremoto è una sciagura economica per l' isola che di ospitalità vive - con la certezza di alloggiare in edifici a norma. Se la casa abusiva crolla infatti, non è colpa del terremoto, specie se di intensità relativamente debole come quello di lunedì, ma di chi l' ha costruita senza osservare le norme di sicurezza, ed è giusto pertanto che costui paghi i danni della propria spregiudicatezza; lo Stato, a tirarlo fuori e salvargli la vita fa già la sua parte. Un po' meno colpevoli ma lo stesso non giustificabili sono quanti, vivendo in una zona sismica, non mettono le loro case, ancorché regolari, in sicurezza. Sono previsti sconti fiscali, detrazioni e agevolazioni per farlo. Non resta che renderli uguali per prime, seconde, terze e quarte case, dopodiché responsabilizzare i proprietari. Chi non ha fatto i lavori per rendere il proprio alloggio antisismico, in caso di tragedia ha diritto a essere salvato e curato ma nulla più. Avendo dimestichezza con le zone a rischio terremoto, so per esperienza che chi vi abita, se li ha, spesso preferisce incoscientemente investire i propri soldi in vacanze, pizze, barche e motori piuttosto che sulla sicurezza propria e dei famigliari, confidando nel noto stellone italico. Ma non sono più tempi, lo stellone, se mai è esistito, è diventato una stella cadente e in certe zone chi ha una casa vecchia e non si vede crollare il tetto sulla testa è solo perché muore prima per altre ragioni ma ha comunque una buona probabilità che l' edifico si abbatta sulle vite di figli e nipoti. Diverso il discorso per le nuove abitazioni. Qui lo Stato non deve limitarsi a vigilare, bensì imporsi e smettere di essere connivente. Se ci sono Paesi come il Giappone, la Nuova Zelanda, ma ormai anche il Cile, dove pure con terremoti più forti le case non cadono non è perché da noi non esiste un' elevata tecnologia antisismica, che invece c' è, ma solo perché l' edilizia in Italia è vissuta unicamente come fonte d' arricchimento e non come un mezzo per consentire alle persone di vivere bene e al sicuro. di Pietro Senaldi