"Chi farà lingua in bocca col miracolato Di Maio?". Feltri, la cannonata: cosa rivela su Forza Italia e Pd
Nella vita succedono cose turche. Ieri per esempio mi sono trovato addirittura d' accordo su alcune cose, non tutte, con Mario Calabresi, direttorino della Repubblica, il quale ha detto che a volte la politica è l' arte del compromesso e, pertanto, una intesa fra il Movimento 5 Stelle e altre forze non andrebbe considerato un sacrilegio. Nell' ultimo mezzo secolo ne abbiamo viste e vissute di peggio. Ne ricordo una. Al tempo del rapimento Moro assistemmo a una sorta di alleanza tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista. L' acqua santa e il diavolo che si univano nell' interesse generale. Di conseguenza non ci stupiremmo se grillini e democratici governassero insieme. Però c' è un però. Non sappiamo quale in effetti sia il programma dei pentastellati, cosicché ignoriamo quali sarebbero i termini del contratto fra i due partiti. Non siamo ancora riusciti a capire se Di Maio è di sinistra o di destra, se è europeista o sovranista, se è favorevole o sfavorevole alla moneta unica, se è pro accoglienza oppure no, se intende abbassare l' età pensionabile o punta a prelevare soldi dall' Inps onde finanziare il reddito di cittadinanza per cani e porci. Ogni patto, su qualsiasi materia, si stringe sulla base di alcuni punti fermi. Che qui non esistono. Come fa Luigino Laqualunque a chiedere ai dem una collaborazione allo scopo di realizzare un progetto nebuloso per non dire assente? È questo il problema che si porrà nelle prossime settimane. Vero che 5 Stelle è risultato essere il primo partito nazionale, perché ha promesso a tutti gli sfigati, specialmente del Sud, di garantire loro un assegno cospicuo ogni mese, ma è altrettanto vero che il bilancio dello Stato non consente, data l' enormità del debito pubblico, di sborsare una montagna di quattrini non disponibile. E allora come farà il Pd a congiungersi a un movimento che promette ciò che praticamente non è all' altezza di fornire? Questo non è un discorso ideologico, bensì contabile. E a comandare, anche in politica, sono sempre i numeri, in particolare se riferiti alle palanche. Per approfondire leggi anche: Feltri, l'avvertimento a Salvini: chi sta per fregarti Di Maio è un partenopeo fantasioso e non privo di astuzia, ma non sa nulla di economia e si limita a suggestionare il popolo, illudendolo che lo foraggerà per consentirgli di campare. Non è un caso abbia raccolto la maggioranza dei consensi nel Mezzogiorno dove i disoccupati superano gli occupati. È naturale che i senza lavoro, però con un grande appetito, abbiano votato lui nella speranza di incassare quanto basta per non morire di fame. Ma quanti punti di contatto ci sono tra il leaderino napoletano, un tipetto senza arte né parte, e gli ex comunisti del Pd? Ciò non toglie che i dem pur di non essere tagliati fuori dal maneggio della cosa pubblica accettino di trattare con lui. Figuriamoci. Renzi è ostile, a parole, alle trame con i grillini, tuttavia è noto che cambia idea ogni cinque minuti, per cui aspettiamoci un ribaltone. Anche una conversione dell' ultima ora. Sia il Pd sia Forza Italia sono zombie e al fine di prolungare la propria agonia sono pronti a qualsiasi nefandezza. Persino a fare lingua in bocca con il terroncello invasato e miracolosamente issatosi al vertice del lupanare pentastellato. di Vittorio Feltri