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Vittorio Feltri e Becchi, profezia incrociata su Salvini: qual è il vero ostacolo tra lui e la vittoria totale

Vittorio Feltri

Maria Pezzi
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Botta e risposta su Libero tra Paolo Becchi e Vittorio Feltri sul futuro della Lega di Salvini. L'affermazione della Lega in Abruzzo come primo partito della coalizione di centrodestra era data per scontata, ma solo Paolo Becchi, sulle colonne di questo giornale, aveva intuito che la Lega da sola sarebbe diventata il primo partito delle Regione superando il Movimento 5 stelle. Il valore politico di queste regionali è pertanto nazionale. Non è rilevante la semplice consacrazione di Salvini come leader indiscusso della coalizione di centrodestra. Il dato saliente è un altro: se in Abruzzo la Lega sfiora da sola il 30%, a livello nazionale non può non avere almeno il 38-40%. Quella soglia che grazie ai meccanismi della legge elettorale, il Rosatellum, consente di vincere le elezioni politiche. E qui si aprono scenari molto concreti. Berlusconi se in una terra amica come l' Abruzzo non raggiunge, come pare, le due cifre e si ferma sotto il 10% è destinato ad estinguersi con il suo partito o comunque diventa irrilevante per il nuovo progetto politico di Salvini. Berlusconi non può nemmeno dire di aver fatto vincere un suo candidato in Abruzzo, perché il Presidente vincente è di Fratelli d' Italia. Forza Italia, a parte la Liguria con un Toti peraltro molto vicino alla Lega, non controlla più nessuna Regione. Tutto è cambiato anche rispetto alle elezioni regionali in Molise e in Friuli di dieci mesi fa, dove Forza Italia superò almeno al Sud la Lega, la quale ora ottiene addirittura più voti di quelli che un tempo prendeva Berlusconi. Come che sia, mentre Berlusconi parlerà di vittoria del centrodestra in realtà il centro destra che ha in mente lui è morto. Salvini ha in testa qualcosa di completamente diverso: passo dopo passo sta cercando di costruire nel Paese, da Nord a Sud, una forza nazional-popolare "sovranista" che possa anche contare su Fratelli d' Italia, ma non più su FI. Ora punterà alla Sardegna, dove vincerà un suo candidato sempre con la "vecchia" coalizione. Al momento vince col vecchio centrodestra a livello locale ma di fatto distruggendolo dall' interno, e vince a livello nazionale mettendo sempre più in difficoltà il M5s. Dopo le elezioni europee, se il risultato sarà altrettanto eclatante, avrà diverse opzioni. Salvini sta dimostrando grandi capacità tattiche, ma il vero politico ha bisogno anche di un programma politico, di una visione del Paese. Il nuovo partito nazional-popolare o la Lega per Salvini premier non possono solo fondarsi sul controllo della immigrazione clandestina. Ci vuole un programma che convinca gli italiani, se si vuole che vadano a votare, perché l' altro dato di queste elezioni è la crescita dell' astensionismo. di Paolo Becchi e Giuseppe Palma Ecco la risposta di Vittorio Feltri.  Cari amici professori, ne sapete sempre una più del diavolo, che trascura gli imbecilli, ma non fidatevi troppo delle notizie provenienti dall' inferno politico, talvolta ingannevoli. I risultati elettorali dell' Abruzzo autorizzano ad affermare che il M5S è in crisi, mentre la Lega vive un momento magico. Eppure non bisogna esagerare in trionfalismi. La regione dove si è votato non è uno spaccato dell' Italia e ciò che vi è successo non rappresenta una proiezione fedele di quello che accadrà a livello nazionale qualora domani ci si recasse alle urne. L' Abruzzo è stato martoriato da un terremoto e lo Stato si è dimenticato di soccorrerlo. Lo ha abbandonato in baracche esposte al gelo, immerse nella neve, costringendo gli abitanti a una esistenza infame. Ovvio che la popolazione non abbia confermato i consensi dati il 4 marzo scorso ai 5 stelle, i quali anziché soccorrere i senza tetto hanno previsto di assistere i fannulloni tramite il reddito di cittadinanza. Per approfondire leggi anche: Feltri infierisce su Di Maio e Di Battista I dati confermano tuttavia i sondaggi che danno in perdita Di Maio e in crescita Salvini. Quindi può essere che la tendenza sia questa: Salvini vola e Di Maio atterra. Ma per ora è una sensazione e non una certezza. Attendiamo le europee per pronunciare affermazioni apodittiche. D' altronde la Lega, sebbene innegabilmente sia sugli scudi, in Parlamento ha la metà dei rappresentanti grillini e non è in grado di imporsi sui provvedimenti di governo, al massimo può patteggiare. Pretendere che prepari adesso un programma per gestire in proprio la cosa pubblica è assurdo. Essa prima di alzare la cresta è obbligata a vincere, poi si vedrà. È vero che Matteo ha dimostrato singolari capacità tattiche, però vi dico che non aveva altre chance se non quella di manovrare nel sodalizio con i pentastellati, provvisti di numeri più importanti. Quanto a Forza Italia, sarei più cauto di voi. Se saprà cavalcare il referendum contro il reddito di cittadinanza insieme con la Meloni, ne vedremo delle belle. Un successo del plebiscito riporterà in auge i due partiti. Sono pronto a scommettere. di Vittorio Feltri

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