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Coronavirus, "Roberto Burioni aveva capito tutto", la congiura: hanno nascosto il virus

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Caterina Spinelli
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Non avendo le treccine ed essendo maggiorenne, laureato e persino titolare della cattedra di Microbiologia e Virologia al San Raffaele di Milano, Roberto Burioni lancia allarmi inascoltati. Tipo questo: «Il virus in Italia non c' è, quello che bisogna fare è non andare in Cina o in altre zone in cui il virus è presente e verificare le persone che tornano dai luoghi contaminati». Dove la parola chiave era «verificare», ovvero sottoporre a stretto controllo. Lo disse il 29 gennaio, quando - appunto - in Italia il virus ancora non c' era, e se avessero dato retta a lui mai sarebbe arrivato. Suo quell' avvertimento, ripetuto decine di volte: «Chi torna dalla Cina deve stare in quarantena. Senza eccezioni. Spero che i politici lo capiscano, perché le conseguenze di un errore sarebbero irreparabili». Si è visto come andata. «LA CONGIURA DEI SOMARI» Lui la chiama «la congiura dei somari», ai quali ha dedicato un libro. Sono coloro che pontificano su cose che ignorano «non intuendo che, quando si parla di argomenti tecnici, dell' opinione di uno che non sa nulla si può fare tranquillamente a meno». Il personaggio, infatti, ha un pregio che lo rende insopportabile all' Italia che adora i pensierini deboli e aborre le parole forti: è democratico e tollerante come Clint Eastwood nei suoi film migliori. Un estratto del Burioni-pensiero, giusto per capire il tipo: «La scienza non è democratica. La velocità della luce non si decide per alzata di mano. Una palla di ferro gettata in mare andrebbe invariabilmente a fondo, anche se un referendum popolare stabilisse che il peso specifico del ferro è inferiore a quello dell' acqua. Certo, quel ferro potreste pure farlo galleggiare: ma dovrete imparare a fonderlo, a lavorarlo, a saldarlo nella giusta posizione indicata nel progetto di una nave. E per completare con successo uno solo di questi compiti dovreste rendervi conto prima che non lo sapete fare, e poi che per imparare a farlo è indispensabile studiare o, ancora meglio, trovare qualcuno più esperto di voi che ve lo insegni. Nella vita reale, infatti, c' è gente che insegna». Ecco, quando si parla di virus lui è quello che insegna, alla faccia dell'«uno vale uno» e altre bischerate del genere. Tanti politici, invece, stanno nella categoria di quelli che parlano e fanno, ma non capiscono. I «somari». Inevitabile il suo disprezzo verso certi grillini, tipo la candidata (poi eletta alla Camera) Sara Cunial, che aveva definito le vaccinazioni «un genocidio gratuito». Ma ne ebbe anche per Matteo Salvini, quando da ministro dell' Interno disse che «dieci vaccini obbligatori sono inutili e in parecchi casi pericolosi». La spuntò Burioni. A merito di Salvini, commenterà poi, «va il fatto che, dopo che gli è stato fatto notare che erano sciocchezze, non le ha più dette, e questo è da apprezzare». L' uomo sa essere magnanimo, quando gli altri riconoscono le sue ragioni. Apprezza assai meno il governatore della Toscana, il compagno Enrico Rossi. La richiesta di mettere in quarantena «senza eccezioni» chi torna dalla Cina era rivolta innanzitutto a chi amministra le Regioni. I governatori di Veneto, Lombardia, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia l' avevano fatta propria, chiedendo al ministero della Sanità l' isolamento obbligatorio anche per i bambini di ritorno dalla Cina. Mossa che Burioni ha applaudito: «Giusta la richiesta di alcuni presidenti di Regione della Lega di avere maggiore attenzione prima di riammettere bambini provenienti dalla Cina nelle nostre scuole». POLITICA SORDA In una situazione «ancora incerta» (era il 4 febbraio), lo scienziato spiegava che «è immensamente meglio sbagliare sopravvalutando il pericolo, perché questo può significare disagio o danno economico; al contrario la sottovalutazione può portare alla morte di alcune persone». Il vecchio principio di precauzione, insomma, per cui, quando c' è di mezzo la salute, nel dubbio è meglio esagerare con le cautele. Quello che la sinistra invoca da decenni come scusa per bloccare la sperimentazione degli ogm anche se la scienza dice il contrario. Mentre questa volta, che sarebbe necessario adottarlo, il Pd lo respinge. Il viceministro all' Istruzione Anna Ascani ha bollato la richiesta dei governatori (e di Burioni) come «allarmismo che fa male alla scuola e anche alle famiglie, generando preoccupazione inutile e dannosa». E Rossi ha etichettato come razzista l' idea di isolare i ragazzi tornati dalla Cina, sostenendo che «chi ci attacca», come Burioni, «o non è bene informato o è un fascioleghista». Accuse che il virologo non può digerire. E siccome la pugna non lo spaventa (anzi), gli risponde per le rime: «Il presidente della Regione Toscana, che secondo me sottovaluta il rischio del Coronavirus esponendo a rischi evitabili i propri cittadini, afferma che chi lo critica o è male informato o è fascioleghista. Lo stesso presidente che nella sua regione offre l' omeopatia all' interno del Sistema sanitario nazionale. Complimenti davvero». Per non risparmiare nulla al governo, ieri Burioni ha richiamato l' attenzione sul surreale sito dell' Istituto superiore di sanità, che sino a metà pomeriggio, nella pagina «in costante aggiornamento» sulla nuova epidemia, dava appena quattro contagiati in tutta Italia. «Sembra che il sito sia chiuso per il weekend, speriamo che i laboratori siano aperti. In ogni caso non è questo il modo di confrontarsi con un' emergenza. La paura si combatte con una informazione puntuale», ha infierito Burioni. Anche perché, ormai, non c' è davvero più nulla da minimizzare e nascondere. «È inevitabile che nelle prossime ore il numero dei soggetti trovati positivi al Coronavirus aumenti», avverte la nostra Cassandra in camice bianco. Sta facendo più lui di Roberto Speranza e dell' intero ministero della Salute, costretti ad adottare ora, cioè troppo tardi, i provvedimenti che Burioni chiedeva un mese fa. Se solo gli avessero dato retta. di Fausto Carioti

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