Coronavirus, Vittorio Feltri: "Non esiste un vaccino contro la stupidità"
C'è un altro virus oltre al Corona, ed è quello della stupidità, che è incurabile, non esiste un vaccino in grado di debellarlo. Sentite questa storia: domenica sera a Milano scatta l' allarme in piazza Gae Aulenti. Gira la voce che nel grattacielo UniCredit, dove prendono posto 1700 dipendenti, hanno scoperto che un Tizio è stato contagiato. Parte l' ordine: chiudere l'immenso edificio. Nella notte si scoprirà che la notizia era una bufala. Nessuno si è scandalizzato. Però molti giornalisti e politici hanno attaccato brutalmente Libero accusandolo, per i suoi titoli metaforici, di alimentare il panico. Ormai arrabbiarsi col nostro quotidiano è diventata una moda, anzi una infezione che si propaga come una malattia grave. Noi cronisti solo perché critichiamo il governo in quanto è intervenuto tardivamente, senza ascoltare i consigli dei presidenti Fontana e Zaia (Lombardia e Veneto), siamo considerati untori, fomentatori del pubblico terrore, mascalzoni capaci di tenere nell'incubo la nazione intera. Da notare che tutte le reti televisive, dalle più piccole alle più grandi, da giorni bombardano gli spettatori con servizi interminabili sul virus che fanno accapponare la pelle. Leggi anche: "Dall'abbraccio ai cinesi all'amuchina". La Meloni attacca Conte sull'epidemia, crisi di nervi della Gruber Perfino Conte ha abusato delle telecamere per darsi arie da crociato contro il morbo. È comparso su ogni video, è andato in onda venti volte al dì nei notiziari, è stato ospite della Venier a Domenica in, e pure del programma, mutilato della platea, della D'Urso. E sorvoliamo sulla pletora di speciali in cui si sono esibiti esperti (o finti tali) di qualsiasi risma per spiegare un fatto noto, ossia che del Corona si sa poco o nulla. Niente da fare. La colpa dell'allarme sociale non è di chi h24 urla al lupo, ma di Libero che si limita a fornire informazioni essenziali. La cosa non mi turba, sono abituato alle intemperanze di gente che pur avendo il cervello non sa usarlo. Semmai, per citare un esempio, mi pongo con una certa inquietudine il seguente quesito. A Prato, nei pressi di Firenze, c'è la massima concentrazione di cinesi: migliaia che lavorano come matti, ebbene non uno di essi è stato infestato. Si dà il caso che in altre regioni viceversa il virus ha attecchito con risultati devastanti. Nessuno ha indagato sul fenomeno invero curioso. Probabilmente gli orientali in questione si sono messi spontaneamente in quarantena senza aspettare i provvedimenti di un esecutivo lumachesco. di Vittorio Feltri