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Bossi ne ha pure per Manzoni"Un traditore e una canaglia"

Il Senatùr iscrive l'autore de "I promessi sposi" nella lista dei cattivi: "E' un mattone scritto solo per unire l'Italia"

Matteo Legnani
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Altro che "campione del Nord", autore del romanzo lombardo per eccellenza. Alessandro Manzoni, che ha fatto conoscere a tutto il Paese e nel mondo "quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno", è un "traditore" e una "canaglia". E a dirlo non è un "campione del sud", ma Umberto Bossi, l'ex leader e padre storico della Lega. Come un liceale alla frutta, ieri sera alla festa del Carroccio di Corgeno in provincia di Varese, il Senatùr ha definito I promessi sposi un vero e proprio 'mattone'. A scuola non lo leggono perché è una grande opera, ma solo perché è uno degli strumenti con cui si è unita l'Italia". Colpa del Manzoni è quella di essersi prestato, nella versione bossiana sulle origini del romanzo di Renzo e Lucia, alla richiesta del re (Carlo Alberto di Savoia, sotto il cui regno, tra il 1840 e il 1841, I promessi sposi venne ripubblicato in una versione linguisticamente rivista) di scrivere l'opera in una lingua che unisse l'Italia: “Siccome per fare una Nazione serviva una lingua, il re trovò un grande traditore, una canaglia, cioè Alessandro Manzoni e gli fece scrivere Fermo e Lucia”. E pensare che il Senatur, da ex fan manzoniano, chiamò uno dei suoi figli Renzo. Lo stesso che lo ha messo nei guai.

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