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Forza Italia, la parabola di Daniele Capezzone da Dudù alla cacciata di Berlusconi: "Vai, vai con Fitto"

Nicoletta Orlandi Posti
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"Vai, vai con Fitto. E andatevene tutti e due". Queste le parole con cui Silvio Berlusconi avrebbe liquidato Daniele Capezzone ieri durante l'assemblea dei gruppi parlamentari di Forza Italia. Secondo il retroscena del Messaggero lui è rimasto impietrito, silente, incredulo. Basito di essere stato messo all'angolo per un semplice "Io non sono d'accordo". Il portavoce di Forza Italia ha provato ad alzare la cresta con un padre-padrone e si è ritrovato nella stessa situazione in cui sono finiti, grazie anche a lui, Gianfranco Fini e anni dopo Angelino Alfano: entrambi sono stati sottoposti a quello che Renato Pezzini chiama "tramento Capezzone": stilettate, veleni, affondi in tv e sulla carta stampata a chiunque osasse criticare o contraddire il Cav. Ora ha scoperto che l'assenza di riconoscenza colpisce tutti in politica, compresi i sudditi più devoti e i sicari più spietati. E non sembra servito tanto neanche il tentativo di ingraziarsi i padroni di casa ad Arcole facendo leva sulla golosità di Dudù. I bocconcini elargiti di nascosto al cagnolino di Francesca Pascale non hanno evitato che il capo emettesse la sua sentenza: "Vattene".

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