Giannini: "Sono un giornalista militante. Il mio Ballarò sarà così"
"Altro che servo di De Benedetti, non ho mai ricevuto un diktat". Massimo Giannini rivendica la sua indipendenza intellettuale e professionale dall'editore di Repubblica che dopo 28 anni lascia por condurre Ballarò. Certo questo non significa che sia neutrale. E' lui stesso ad ammetterlo nell'intervista del Corriere a proposito della nuova esperienza in Rai. "Ho una mia storia che non rinnego, anzi rivendico", dice ad Aldo Cazzullo. "Credo nella militanza giornalistica e non vi rinuncerò". Poi spiega: "Intendo dire come la penso su vari argomenti, ma basandomi su dati, fatti, numeri; non su pregiudizi politici". Il suo maestro, dice, è Michele Santoro che insieme Gad Lerner "è stato il vero raccontatore della transizione italiana da Tangentopoli in avanti e vanta numerosi tentativi di imitazioni alcuni all'insegna del populismo, tipo il collegamento con la piazza urlante". Quanto a Bruno Vespa Giannini lo considera "un'istituzione, un professionista di grande livello", ma il suo modo di condurre, promette, sarà diverso. Il Ballarò di Giannini sarà diverso anche da quello di Giovanni Floris migrato a La7. Per il nuovo conduttore non ha senso contrapporre destra e sinistra nel momento in cui di fatto governano insieme: "Non penso a due squadre una contro l'altra", anticipa a Cazzullo, "ma a una soluzione più inclusiva". E ancora: "Voglio trattare tutti i politici allo stesso modo. Non considero Renzi e Berlusconi uguali, ma la mia coscienza mi impone di adottare nei confronti di tutti i poteri lo stesso metro". Giannini fa l'esempio del premier: "Obiettivamente si è aperto uno scarto tra le promesse e le cose fatte. Se dici agli italiani di andare in vacanza allegri e poi arrivano dati negativi su Pil e occupazione, se annunci investimenti da 40 miliardi per sbloccare l'Italia e poi ne tiri fuori meno di 4, recuperati da risorse già stanziate, il nostro mestiere ci impone di segnalare questo scarto". Nel Ballarò di Giannini ci saranno anche i collegamenti esterni, ma l'obiettivo sarà quello di "avere uno scoop a settimana. Anche se non sempre ci riusciremo, dovremo sempre provarci", anticipa a Cazzullo. No comment, invece, sul compenso per il suo ingaggio a viale Mazzini. Ci penserà Renato Brunetta a scoprirlo e renderlo noto.