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Ferruccio de Bortoli contro Matteo Renzi: c'è lo zampino di Mario Draghi

Andrea Tempestini
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Un editoriale di rara violenza, una critica asprissima a Matteo Renzi firmata da Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera. Un fondo che non si basa su nessun fatto di cronaca recente in particolare, semplicemente un pezzo con cui demolire il premier afflitto da "annuncite". Un editoriale chiaro sin dall'incipit: "Devo essere sincero: Renzi non mi convince". Quindi il dito puntato contro i personalismi, contro i ministri non all'altezza come all'altezza non sono le riforme, contro il diluvio di tweet e anche contro l'oratoria di Matteo. Dulcis in fundo, il sospetto di connivenze con la "massoneria". "Perché proprio oggi?" - Righe che, c'è da scommetterci, avranno fatto sussultare il premier, ora impegnato nel suo tour negli Stati Uniti. Righe che però, secondo Dagospia, nasconderebbero un messaggio ben preciso inviato dal direttore (uscente) del Corsera. Certo, tra chi nel quotidiano di via Solferino conta ci sono Bazoli e Della Valle, da sempre critici sul patto del Nazareno, che però non è certo una novità: de Bortoli si sarebbe potuto scatenare ben prima. E allora, perché proprio oggi un simile articolo? Secondo Dago "perché qualcuno si è stufato e perché si teme una partita 'truccata' sul Quirinale". La partita quirinalizia - Il quadro è complesso, e si muove sullo sfondo di un duello tra Renzi e Mario Draghi, che nella fattispecie sarebbe quello che "si è stufato" (e, per inciso, de Bortoli e Corsera hanno un rapporto privilegiato col governatore della Bce). De Bortoli, oggi, si sarebbe schierato senza indugi con Draghi, facendone quasi da portavoce, ed esprimendo tutti i dubbi che mister Bce nutre sul premier e sul suo governo. Ma non solo, perché in parallelo, come accennato, si gioca la partita per il prossimo presidente della Repubblica: Giorgio Napolitano è pronto alle dimissioni, e non solo per ostacolare ipotetiche nuove elezioni nei primi mesi del 2015. Mario e Silvio - Draghi, ad oggi, è indicato da più parti come uno dei più autorevoli candidati tra chi figura nella prossima lista quirinalizia. Peccato però che il Patto del Nazareno - pare - preveda anche una rosa di nomi condivisi tra cui pescare il prossimo inquilino del Colle. E peccato che in quella lista il nome di Draghi non compaia, poiché Silvio Berlusconi ritiene mister Bce uno degli artefici della sua caduta nel 2011. Dunque - e non a caso secondo Dagospia - proprio oggi, nel passaggio in cui si parla di "massoneria", de Bortoli e il Corsera chiedono piena luce proprio sul patto del Nazareno. Un editoriale che, nei fatti, potrebbe aver dato il via alla "campagna elettorale" per l'elezione del prossimo presidente della Repubblica. Un duello che si snoda tra Renzi, Draghi, Napolitano, riforme e governo.

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