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Archiviazione per Mastella. "Io distrutto, nessuno mi risarcirà"

Nicoletta Orlandi Posti
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Prima due assoluzioni, ieri un decreto d'archiviazione: il nome di Clemente Mastella non figura più in nessun atto del Tribunale di Benevento. Chi si aspetta che il fondatore dell'Udeur, ex ministro della Giustizia, già deputato e poi eurodeputato sia felice, però, si sbaglia. Onorevole, la giustizia le ha dato ragione: Come si sente? «Oggi sto male fisicamente, ma, soprattutto, sto male moralmente. Non c'è nessun atto liberatorio nella fine di questo procedimento giudiziario, anzi». Beh, una soddisfazione se l'è tolta: hanno setacciato tutto e non hanno trovato nulla. «Questo processo è stato curioso: partito da Napoli, è stato trasferito a Benevento. Nel frattempo la Finanza aveva setacciato i conti correnti di tutta la mia famiglia, controllato gli enti dove c'erano amici miei o esponenti dell'Udeur cercando passaggi di denaro. Ovviamente, non c'era nulla, nemmeno un euro». Silvio Berlusconi sostiene di essere vittima di “giustizia politica”. Contro Mastella cosa è stato? «Prima o poi qualcuno avrà il dovere di valutare quanto successo in quel periodo storico. Non c'è nessun'altra persona alla quale è stata toccata tutta la famiglia. Mio figlio Pellegrino era accusato di avere ricevuto un'auto in regalo, l'altro mio figlio è stato coinvolto, di mia moglie Sandra si sa... Siamo stati accusati di tutto, con una decina di capi di accusa. Non c'era niente». Assoluzioni e prescrizioni non sono un risarcimento? «No. Non c'è un risarcimento per quello che è successo a me. È una esperienza che mi ha toccato e segnato profondamente, come una stimmate che ti porti dietro e che ti segna. Io sono segnato. Ero ministro e non lo sarò più, avevo un partito che non c'è più; nulla tornerà come prima. Il tempo che passa non è solo una notazione ti tipo cronologico, ma cambia le situazioni e le persone. Eppoi...». Dica. «I magistrati se vengono tirati in ballo possono recuperare, essere reintegrati in servizio, ricominciare. Per i politici, invece, non è così. Quando sei stato messo da parte in politica non rientri più». Sta dicendo che si arrende e non farà più politica? «Ho scoperto che io ero amico di gente che non considerava me amico, che mi ha voltato le spalle al primo sospetto. Sono ancora sconvolto dalla cattiveria che mi sono ritrovato addosso senza motivo. C'è una domanda, un pensiero, che mi tormenterà fino alla fine: perché? Perché me?». Il governo di Matteo Renzi ha promesso la riforma della giustizia: quella che impedirono di fare a lei e ai suoi predecessori. Ci crede? «Non lo so, non conosco nel dettaglio la proposta, non so che dirle. So solo che la politica dovrebbe tornare ad essere politica con la “p” maiuscola ed esercitare il suo ruolo: se non lo fa la magistratura ha la possibilità di invadere il suo campo coi risultati che abbiamo visto». di PAOLO EMILIO RUSSO

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