Mediaset incassa 500 milioni dalla vendita di Premium
Pier Silvio Berlusconi gongola: dalla Francia è in arrivo un bel gruzzoletto. Il vicepresidente di Mediaset ieri, in occasione dell' assemblea societaria, non si è sbilanciato sulle cifre, ma ha parlato di una «bella plusvalenza». In realtà i conti, più o meno esatti, sul tesoretto che Mediaset si assicura grazie all' affare coi francesi di Vivendi, ci sono. La cessione di Mediaset Premium, stando a quanto riportato da Radiocor Plus, potrà originare una plusvalenza di circa 500 milioni nel bilancio 2016 di Cologno Monzese. Ecco i dettagli dei calcoli. L' asset della pay-tv era iscritto a fine 2014 a un valore di carico di 31,6 milioni (per il 100% del capitale) dopo lo scorporo da Reti Televisive Italiane. Nell' accordo siglato con Vivendi poche settimane fa, il cui closing è previsto entro fine settembre, la valorizzazione di tutta Premium è di circa 756 milioni: tale ammontare comprende però 100-120 milioni di cassa, destinati a rimanere nella tv a pagamento «francese», oltre alla partecipazione dell' 11% nelle mani di Telefonica. Pertanto alla quota di maggioranza di Cologno Monzese (89%) dovrebbe essere riconosciuto un valore intorno ai 560 milioni. Poi, certo, c' è la multa Antitrust da 50 milioni per la questione dei diritti tv legati al calcio, che in qualche modo peserà sui conti. In ogni caso, se il valore di carico di Premium venisse confermato nei bilanci chiusi al 31 dicembre 2015, la plusvalenza derivante dall' operazione non dovrebbe allontanarsi troppo dal mezzo miliardo di euro. Denaro su denaro, quello della pubblicità: la raccolta è cresciuta nei pirmi quattro mesi dell' anno del 4,5%, «oltre le aspettative» ha spiegato Berlusconi secondo cui «le prospettive sono buone: nel solo mese di aprile la crescita è stata intorno al 10%». Dati che hanno scatenato una fiammata del titolo in Borsa che ha chiuso la seduta, tuttavia, solo con un più 0,55%. E mentre il figlio dell' ex premier assicurava gli azionisti sul fatto che la famiglia Berlusconi non intende disimpegnarsi dal business televisivo, il presidente del gruppo, Fedele Confalonieri, ha mandato un messaggio al governo sulla questione del canone. «Occorre rinforzare la fiction di servizio pubblico e porre un freno alla deriva commerciale di Rai: non sta a noi dire in che modo, è cosa del governo e del Parlamento, certo è che il modello di finanziamento della Rai non può creare squilibrio nell' intero sistema». L' assemblea ha deliberato anche il bilancio 2015 chiuso con ricavi consolidati netti pari a 3.524,8 milioni di euro (3.414,4 milioni di euro nell' esercizio 2014) e un risultato netto di Gruppo a 4 milioni di euro (adjusted: 28,9 milioni di euro) rispetto ai 23,7 milioni di euro dell' anno precedente. Approvata la distribuzione di un dividendo di 0,02 euro. Francesco De Dominicis