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La vita londinese di Mario Sechi

Mario Sechi

Su "Il Foglio" la cronaca del "cazzeggio" londinese dell'ex direttore de "Il Tempo", che ha già appeso la politica al chiodo

Andrea Tempestini
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Che fine ha fatto Mario Sechi? Qualche risposta arriva in un articolo di Pietrangelo Buttafuoco, pubblicato su Il Foglio, una paginata dedicata al "giornalista, ex direttore del Tempo, il quotidiano di piazza Colonna, dunque il centro del centro di ogni centro di Roma eterna e dunque successore di Gianni Letta". Un lungo colloquio, scanzonato e divertito, in cui si parla un po' di tutto: politica, cinema, letteratura, vita. Buttafuoco ricorda: "Sechi, ancora qualche mese fa, aveva il telefono pazzo". Insomma caldissimo "tante erano le chiamate". Ambitissimo, invitatissimo: Porta a Porta, Ballarò, Agorà, Linea Notte e chi più ne ha più ne metta. "Nasco e muoio giornalista" - Già, l'attenzione raggiunse vette apicali nei giorni dell'addio (s'immagina temporaneo) al giornalismo, nei giorni dell'approdo in politica con Mario Monti. Scelta non solo civica, ma anche infelice: candidato al Senato nella sua Sardegna, non fu nemmeno eletto. Sechi, orgoglioso, ricorda: "Sono entrato in politica lasciando un posto e me ne sono andata senza prendermene uno, di un qualunque posto. Non potevo forse farmi dare un qualcosa, essere oggi uno dei tanti sottosegretari, un viceministro?". L'ex direttore spiega che la politica lo ha deluso: "Non sono riuscito a interessarmi alla disputa ciclopica tra montezemoliani e riccardiani, laicisti e baciapile. Ho incontrato Monti, ci siamo parlati, ci siamo salutati, l'ho ringraziato per avermi dato l'opportunità di aver conosciuto la ferocia degli amici, di avermi aiutato a capire che io nasco giornalista e muoio giornalista". Il "cazzeggio" londinese - Già, ma oggi Sechi che fa? Per ora non ha ancora ripreso in mano la penna. "Me ne sono andato a Londra - spiega -, anzi sono rimasto a Londra". Sechi si è rifugiato nella capitale britannica: visita logge, ascolta conferenze stampa di Dan Brown, se la spassa. Buttafuoco rivela: "Ogni volta che lo cerco su WhatsApp trovo scritto nel display Londra". E da Londra, Sechi, tra molte carezze a politici e potenti, si toglie anche un sassolino dalla scarpa. Un sassolino che ha un nome e un cognome: Mario Calabresi, il direttore de La Stampa. Storia di libri e recensioni, storia di giornalisti. "Feci recensire il suo libro (a Il Tempo, ndr) e lo cercai per chiedergli una breve per il mio più modesto tomo". Sechi, insomma, chiese un contro-favore a Calabresi. "Ma aspetto ancora la sua telefonata". Sechi aggiunge: "Risposero dalla Stampa: il direttore la richiama subito! Attendo ancora con ansia la telefonata. E la recensione".

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