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Sartori, editoriale su Kyenge: "Potrei lasciare il Corriere"

Giovanni Sartori e Cécile Kyenge

Andrea Tempestini
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Censura in via Solferino. La vittima è il professor Giovanni Sartori, il celebre politologo, che sul Corriere della Sera di lunedì 17 giugno ha dedicato un editoriale molto critico al ministro dell'Integrazione, Cécile Kyenge. Sartori metteva in discussione le sue competenze e affrontava il delicato tema dello ius soli, giudicato una misura inadeguata. Peccato che il Corsera abbia confinato l'editoriale a pagina 28. Così, nel pomeriggio, Sartori era una furia: "Se mi avessero detto che avrebbero rimosso il mio articolo in quel modo lo avrei ritirato, com'è previsto dagli accordi - sbotta a La Zanzara su Radio24 -. Al Corriere si sono comportati in modo scorretto e offensivo, mi hanno fatto una cosa che mi ha indignato senza dirmelo". Il politologo aggiunge che chiederà spiegazioni, e non esclude di troncare la collaborazione col quotidiano. "Ma quale razzismo" - Da via Solferino hanno fatto notare che l'articolo, comunque, aveva un richiamo in prima pagina. Per ora, il direttore Ferruccio De Bortoli tace. Sartori continua: "Avrebbero potuto tenere l'articolo a bagnomaria per una settimana, invece hanno deciso di massacrarlo". A chi lo accusa di razzismo, risponde: "Liquidare la questione richiamando il razzismo è un artificio polemico scorretto (...). I miei sono giudizi di merito, il razzismo che c'entra? Se il direttore si è fatto questo scrupolo, colpa sua". Il politologo aggiunge: "Era successo altre volte che spostassero i miei fondi nella pagina dei commenti, però solo dopo che avevo dato la mia autorizzazione. E quando non ero d'accordo ritiravo l'articolo. Questi, da 20 anni, erano i patti. Lasciare il Corriere? Sì, ci sto riflettendo seriamente. Il fatto è che finora avevo sempre avuto libertà totale".

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