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De Gregori: "Non voto più. La mia sinistra si è persa tra slow food e No tav

Francesco De Gregori

Il cantante: "Ringrazio Dio che non governi col M5s. Questo governo non piace a nessuno ma io rispetto il lavoro di Letta e Alfano"

Eliana Giusto
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A sei anni dalle critiche all'allora leader della sinistra Walter Veltroni, il cantautore Francesco De Gregori, in una intervista al Corriere della Sera, confessa di aver votato "Monti alla Camera e Bersani al Senato" ma che "oggi so cosa farei. Probabilmente non voterei".  La sinistra oggi - De Gregori resta di sinistra - "sono convinto che vadano tutelate le fasce sociali più deboli, gli immigrati, i giovani che magari oggi nemmeno sanno cos'è il Pd" - il problema è che cosa è oggi la sinistra: "Un arco cangiante che va dall'idolatria per le piste ciclabili a un sindacalismo vecchio stampo, novecentesco, a tratti incompatibile con la modernità". "Che si commuove per lo slow food e poi magari, strizza l'occhio ai No Tav per provare a fare scouting con i grillini".  Una sinistra che ha commesso il "grande errore" di "pensare di eliminare Silvio Berlusconi per via giudiziaria". Che si è accanita "sulla sua vita privata. Forse potevamo farci qualche domanda in meno su Noemi e qualcuna di più sull'Ilva di Taranto".   E il Pd risponde a De Gregori: "Ci hai trattato male, ma... Fiorellino non andare via" Leggi l'approfondimento   Contro tutti - Il cantante ne ha le tasche piene di tutti. Di Berlusconi, appunto, che "è stato fondamentalmente un uomo d'azienda" e che "ha fatto politica solo per proteggere i suoi interessi", di Matteo Renzi, "uno che ha sparigliato" che se il Pd lo "avesse candidato probabilmente avrebbe vinto. Ma la scelta del termine rottamazione non mi è mai piaciuta, mi è sempre parsa volgare e violenta. E poi non sono più disposto a seguire nessuno a scatola chiusa". Ma al cantante non piace nemmeno Beppe Grillo. Dice: "Ho trovato inquietante la campagna di Grillo, il suo modo di essere e di porsi, il rifiuto del confronto, le adunate oceaniche. Condivido i tagli ai costi della politica e la richiesta di moralizzazione che viene da molti e che Grillo ha saputo ben intercettare". Ma l'idea "della Rete come palingenesi e istituzione iperdemocratica mi ricorda i romanzi di Urania".  L'attuale governo - In questo senso "ringrazio Dio che non si sia fatto un governo con Grillo e magari un referendum per uscire dall'euro". Questo governo, specifica, "non piace a nessuno. Ma credo fosse l'unico possibile". E "ho rispetto per il lavoro non facile di Letta e di Alfano. Sono stufo del fatto che, appena si cerca un accordo su una riforma, subito da sinistra si gridi all'inciucio, al tradimento". Infine: "Non ce la faccio più a sentir recitare la solita solfa 'Dì qualcosa di sinistra'. Era la bellissima battuta di un vecchio film, non può diventare l'unica bandiera delle anime belle di oggi. Proviamo piuttosto a dire qualcosa di sensato, di importante, di nuovo. Magari scopriremo che è anche di sinistra".   

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