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Il nipote: "Adorata Selvaggia, diventa la mia pitonessa. Sarà un amore totale"

Giovanna Sallusti e Selvaggia Lucarelli

La lettera di Giovanni Sallusti alla Lucarelli: ecco lo spasimante intellettuale

Andrea Tempestini
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Carissima Stanza Selvaggia, e non sai quante volte ho fantasticato che, più che un nickname, fosse un classico caso di «nomen omen». Tu non mi conosci ma, come hai chiarito a un caporedattore del Tg1 troppo risentito, non è la notorietà, il punto discriminante. Oso sperare non siano nemmeno gli addominali disegnati (è l'alcol, che mi frega, solo l'alcol), perché io ti sto proponendo molto di più, un intreccio cultural-sentimental-politico-commerciale (e, si spera, erotico). Il rapporto totale, in sintesi. Seguimi, per favore, e non potrai che vederlo da te. Non avrò scritto «le opere letterarie più importanti degli ultimi cento anni dopo la Recherche di Marcel Proust», come ha provato a irretirti, con la consueta equilibrata percezione di sé, Massimiliano Parente. Ma il punto non sono Io, non lo è mai, nella coppia, la somma non fa il totale. Il punto è il combinato disposto. Perfetto, allora te lo dico tutto d'un fiato. Cara Stanza Selvaggia, io e te siamo la coppia perfetta del post-berlusconismo, o del berlusconismo 2.0, che è poi la stessa cosa. Pensaci. Mi chiamo Sallusti, dirigo un giornale (online, L'Intraprendente), ma non sono lui, l'alfiere ortodosso del quotidiano della Real Casa.  D'accordo, sono un suo parente, lui è mio zio, ma questo, lungi dall'essere un limite, avvalora il mio discorso. Le eventuali colpe degli avi non ricadono sui discendenti, la riconoscibilità del marchio, se adeguatamente sfruttata, sì. Sono un Sallusti senza sallustismo (l'ultima versione del berlusconismo classico, quello dell'era pre-Twitter,) e, particolare decisivo, al momento senza Pitonessa. Se accettasi di diventarlo tu, saremmo una coppia formidabile. Annunceresti il tuo imprevisto ingresso nei templi della movida milanese al fianco del «direttore Sallusti».  Ma, una volta lì, davanti al plotone d'esecuzione schierato del demi-monde radicalchiccoso, spariglieremmo tutta la tavola, li lasceremmo col drink di traverso e la tartina a mezz'aria. Mi chiamo Sallusti, dirigo un giornale, di tendenza centrodestra, sono un liberale. Ma ho criticato il Cavaliere, più volte, non mi asserraglio in nessuna Repubblica di Salò, difendo il mercato e la libertà dell'individuo e il consumismo occidentale e sì, oso dire che lui non ha fatto la rivoluzione liberale, non ha abbassato le tasse, non ha abbattuto il mostro burocratico.  Cominci a intravederla, la coppia del post-berlusconismo, un nuovo Sallusti e una nuova Pitonessa?  Perché poi, certo, ci sei tu, la vera architrave della faccenda, il cuore dell'operazione (non ti dispiace, vero, se la chiamo così?). Tu, cara Stanza Selvaggia, sei un peana vivente all'edonismo, al disimpegno nel senso migliore, siamo l'antidoto perfetto a tutti i Sartre e le De Beauvoir di questa sinistra incartapecorita e oscurantista, perché tu sei una Pitonessa senza un partito di riferimento. Svillaneggi quotidianamente le pochezze degli intellò nostrani, il loro bis-linguaggio estraneo alla vita, ma consegni anche al nulla che si meritano il velinismo fine a se stesso e la confusione della libertà col trash. Hai criticato Corona non perché Corona, nulla ti è estraneo come il razzismo antropologico, detesti le Femen e tutti i femminismi caricaturali. No, semplicemente hai detto «se stesse con me, il sor Fabri non prenderebbe il Viagra», ed è la critica definitiva, il «coronismo» non perseguitato da sinistra, ma scavalcato a destra. Sbugiardi con eccitante puntualità i colleghi che, impostando un tono distratto, sostengono di conoscerti solo per nome, e per decolleté, mentre ti assediavano di sms da bravi stalker di provincia, ed è una grande operazione-verità, la trasparenza contro i trucchi dell'ideologia. Io ti conosco per nome, e per decolleté, non saremo certo noi liberali post-berlusconiani a fingerci asessuati, ma non basta. Lo intuisci, che c'è tutta una Weltanschauung, direbbero i colti, ma possiamo tranquillamente dire un format, noi reaganiani aggiornati, dietro la nostra unione?  Siamo la coppia perfetta per un rinnovato fronte dei liberali e non dei «moderati», smettiamola di mischiare queste due parole, come fanno i berlusconiani pre-digitali, io non voglio moderarmi in niente, e sono convinto neanche tu. Pensaci.    Giovanni Sallusti, direttore «L'Intraprendente» (www.lintraprendente.it)

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