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Papa Francesco non giudicaDon Sciortino invece sì:"Berlusconi via per sempre"

Don Sciortino

Furibondo attacco del direttore di Famiglia Cristiana contro il Cav: "Ammaliatore, padre-padrone difeso da amazzoni e soldatini". Poi invita Alfano a ribellarsi

Andrea Tempestini
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Come spiega Antonio Socci, Papa Francesco non incrimina e non giudica: il Pontefice sa comprendere ed abbracciare, questo è il segreto del suo successo. Al contrario, Famiglia Cristiana e Don Sciortino (non è certo cosa nuova) giudicano. Il verdetto? Sempre anti-Cav. Questa volta l'affondo del direttore del settimanale cattolico è durissimo: "Ora Silvio Berlusconi lasci per sempre". Scrive Don Sciortino: "Dopo avergli espresso affettuosa solidarietà, fatta anche di piaggeria e sudditanza, e dopo aver elaborato il lutto, sarebbe bene che a chiedergli di fare un passo indietro - e questa volta per sempre - fossero proprio i suoi parlamentari".  Contro tutti - Don Sciortino, parlando di coloro che dovrebbero - a suo giudizio - chiedere di fare un passo indietro a Silvio Berlusconi cita "le irruenti amazzoni, pronte a immolarsi per il capo, i solerti capigruppo pidiellini, Schifani e Brunetta, già all'assedio del Quirinale per strappare la grazia a Napolitano per il loro padre padrone, condannato definitivamente per frode fiscale. In ballo - sostiene il direttore di Famiglia Cristiana - non c'è solo il futuro politico dell'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ormai settantasettenne, ma la stessa sopravvivenza del Centrodestra e dei milioni di cittadini che, finora, l'hanno votato, sedotti dalle ammalianti promesse di una rivoluzione liberale che avrebbe arricchito gli italiani e reso prospero il Paese. Sogno miseramente svanito in un declino inarrestabile, come dimostrano i sei milioni di voti persi alle recenti elezioni di febbraio scorso".  Alfano e il quid - "Né serve, a risollevare le sorti - aggiunge un don Sciortino al veleno - il patetico e nostalgico annuncio di un ritorno al passato e a una nuova 'Forza Italia' con promesse già consunte prima ancora di cominciare. E' il momento buono, invece, per dimostrare che all'ombra del padre-padrone è cresciuta una nuova classe politica di destra, matura e preparata, allontanando ogni malevola accusa d'essere dei servili cortigiani il cui destino, nel bene e nel male, è strettamente connesso alle sorti del 'principe'. O, peggio, di anteporre al bene del Paese le sorti e gli interessi del loro leader, nella devastante logica del detto: ''muoia Sansone e tutti i Filistei'. Primo fra tutti - continua nella sua arringa Don Sciortino - è chiamato in causa Angelino Alfano. Dopo aver espresso, con abbondanza di lacrime, fedele sudditanza al suo demiurgo e padre-padrone - prosegue nel furibondo attacco il direttore - come segretario del Pdl, vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno, ha finalmente l'occasione di mostrare d'essere dotato di quel 'quid' che molti del suo stesso partito, invece, faticano a riconoscergli, nonostante le importanti cariche ricoperte. Per non fare la fine della 'trota' dopo essere stato a lungo annunciato come il 'delfino'".

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