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Epifani: "Niente sconti a Berlusconi. Prima di tutto la legalità"

Guglielmo Epifani

Nicoletta Orlandi Posti
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La legalità innanzitutto. Il leader del Pd Guglielmo Epifani è categorico riguardo al futuro di Silvio Berlusconi. "Non vedo altra possibilità che prendere atto della sentenza e degli effetti che produce, non ci sono strade ed è anche sbagliato cercarle", dice nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera. E ancora: "Le sentenze vanno rispettate ed eseguite. Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, per quanto possa essere dura. In qualsiasi ordinamento democratico il principio di legalità non può mai essere discusso". Epifani parla poi di "un video di Berlusconi giovane che dice che, quando uno fosse condannato per evasione fiscale, deve fare un passo indietro". E alla domanda se cio' e' quello che l'ex premier deve fare, risponde come sia proprio "quello che è giusto". Per Epifani "il principio di legalità in uno stato democratico viene prima di qualsiasi valutazione politica". E insiste: "E' il fondamento. Se annulliamo legittimità e legalità non c'è più nessun caposaldo, per questo bisogna avere una linea rispettosa ma anche molto ferma. Io non vedo altre strade".  Commentando le parole di ieri del capo dello Stato, interpretate da qualcuno come un'apertura, il leader del Pd taglia corto: "A me è parso assai chiaro, ha detto 'non forzate le mie parole'. Non lo si tiri per il bavero, lo si lasci fuori. Lo dico anche a Grillo, le cui parole ritengo inaccettabili e intollerabili".  Nessun salvacondotto - Per il segretario del Partito Democratico non c'è dunque alcuna via che porti a un salvacondotto.  "Adesso stiamo parlando del tema in sé, le conseguenze di carattere sanzionatorio della sentenza - argomenta Epifani - e su questo terreno non c'e' via di uscita. E' chiaro che siamo di fronte a un fatto enorme, però guardiamo anche cosa succede negli altri Paesi. E poi la stragrande maggioranza della opinione pubblica e degli elettori del Pd chiedono che Letta vada avanti, ritengono che vengano prima gli interessi del Paese che quelli di una parte o di un singolo". Per il segretario, le cose che sta facendo il governo "sono tutte buone" anche se "piccole cose". Sulla legge elettorale, chiarisce: "Noi partiamo dal nostro testo", "poi valutiamo chi effettivamente vuole la riforma". Quanto al Pd, assicura che "le primarie saranno aperte", e alla domanda se si candida, ribatte: "No, lo confermo", aggiungendo che il Pd ha bisogno di un segretario che "si occupi del partito". Riguardo alla bufera sul giudice Esposito, riflette: "E' meglio il riserbo per chi ha una funzione di giudice, anche se dall'altra parte sono arrivati attacchi non accettabili".  E c'è chi gli dà del "coglione" - Le parole di Epifani hanno mandato su tutte le furie gli esponenti del Pdl che hanno prontamente replicato anche con parole non proprio gentili. Citando Bettino Craxi, il deputato del Pdl Maurizio Bianconi, dice: "I sindacalisti quando fanno i sindacalisti sono dei grandissimi rompicoglioni, quando entrano in politica restano dei grandissimi coglioni". E spiega:  "Guglielmo Epifani, già segretario generale della Cgil e oggi segretario pro tempore del Pd, ci inonda di sciocchezze". Per Renato Brunetta è chiaro che con questa intervista Epifani abbia messo in conto "la fine delle larghe intese". "Oltre tutto in riferimento a una questione che non è compresa nel programma di governo e su una vicenda delicata, di cui non si può non avvertire la rilevanza democratica, a seguito della quale sia Silvio Berlusconi che il Pdl hanno gia' escluso riflessi sul governo, assicurando la continuazione del loro impegno", puntualizza il presidente dei deputati del Pdl. "Guglielmo Epifani, con le sue parole, non ha voluto lanciare una provocazione al centrodestra, non ha cercato la rissa con noi, ha, semmai, provato a sedare quella interna al Pd, lanciando un osso alle componenti giustizialiste ed estremiste, insofferenti del governo Letta e desiderose di liberarsi al più presto da quel vincolo. La stabilità del governo, come volevasi dimostrare, dipende dalle divisioni e dalle lotte intestine al Pd. Noi ci limitiamo a fare il nostro dovere: incalzare l'esecutivo, che sosteniamo e sosterremo, sui temi concreti che riguardano il futuro dell'Italia", conclude Brunetta. Per Sandro Bondi "il ragionamento di Guglielmo Epifani continua a svilupparsi sulla base di una logica puramente formale che ignora la sostanza delle questioni che da decenni agitano la vita politica italiana. Senza adottare una visione di carattere storico, secondo una logica di responsabilità nazionale, non usciremo mai dalle secche di una situazione senza vie d'uscita e senza vinti né vincitori". 

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