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Celentano, Zanicchi: "Adriano, non si fa i furbi in corsia"

L'aquila di Ligonchio, spalla rotta dopo una caduta, censura il Molleggiato: "Io al pronto soccorso ho atteso sei ore, tu hai barato"

Giulio Bucchi
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Celentano avrebbe saltato la fila al pronto soccorso? Che posso dire, è proprio vero che non siamo tutti uguali noi artisti, perché io in barella ho aspettato il mio turno per sei ore e mezza buona buona, ma sarei pronta a rifarlo eh». La voce di Iva Zanicchi - volto noto della tv, ugola d'oro ed europarlamentare Pdl - arriva squillante dall'appennino tosco-emiliano, dove l'aquila di Ligonchio ha radici e casa di famiglia. E proprio in quell'abitazione - nella quale abita la madre - il 29 luglio scorso un pavimento bagnato l'ha fatta capicollare a terra procurandole una brutta frattura all'omero. Tanta paura, un viaggio di 50 chilometri in ambulanza, ma per fortuna la guarigione è all'orizzonte. Dalla voce l'umore pare alto, ma la spalla come sta? «Al momento della caduta un male che non le dico, e infatti la frattura è brutta. Ma per fortuna il medico ha detto che si poteva evitare l'operazione - l'avevo supplicato di non mandarmi in sala operatoria - quindi dovrò sopportare quaranta giorni di tutore ma niente bisturi». Tempi lunghi come quelli che ha dovuto aspettare al pronto soccorso. «Sono arrivata all'ospedale di Castelnovo Monti attorno alle 13.30, e quando mi hanno fatto entrare in radiologia erano le 19 più o meno. Ma non mi hanno mica abbandonata eh: i medici venivano regolarmente a vedere come stavo e mi hanno dato gli antidolorifici. Un dolore da piangere, davvero». Ma come, lei è un volto notissimo della televisione, nessuno l'ha fatta passare avanti? «Glielo ho detto, i dottori sono stati gentilissimi ma mi hanno fatto subito capire che quella era una giornata difficile. C'era una ragazzina di 16 anni con una grave crisi epilettica, la priorità era aiutare lei che era, come si dice... ah sì, un codice rosso. Io ovviamente non ho mica protestato, ci mancherebbe, mi son messa il cuore in pace e ho aspettato il mio turno». Pare però che il suo collega Celentano per mignolo del piede rotto abbia fatto il furbetto, saltando la fila al pronto soccorso dell'ospedale di Sanremo. Cosa ne pensa? «Se lo ha fatto (la moglie Claudia Mori ha smentito la ricostruzione del Secolo XIX che ha dato la notizia, ndr) non ci ha fatto una bella figura, e mi dispiace perché faccio parte di quei milioni di italiani che lo stimano molto come artista. Però insomma...». Dica, dica... «O bella se come lui fai il predicatore, se ti metti sul pulpito e giudichi i cattivi comportamenti altrui, devi essere il primo a comportarti bene. Non si può pontificare e poi far quello che si vuole usando il proprio nome per ottenere un privilegio, di qualsiasi tipo si tratti». Insomma, il molleggiato è scivolato due volte? «Siamo personaggi pubblici, e io cerco sempre di tenerlo bene a mente perché sono un'artista e anche una politica. Per questo faccio sempre tanta attenzione a come mi muovo, per la responsabilità che porto verso il pubblico e gli elettori che mi hanno dato fiducia. Se Adriano ha davvero fatto il furbo non è stato un bel gesto». Certo c'è stato anche chi lo ha fatto passare avanti. «Infatti, la responsabilità in casi come questi è anche del personale dell'ospedale. Come le ho detto chi mi ha visitata al mio arrivo al pronto soccorso, nonostante la botta fosse stata forte, mi hanno comunicato subito che c'erano dei casi più gravi del mio e quindi di portare pazienza».  Citando il vangelo del ragazzo della via Gluck, si può dire che Celentano questa volta non è stato molto rock? «No, no, invece direi il contrario è stato un rock velocissimo, ma ha accelerato troppo i tempi».

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