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Pdl, Martino: "Berlusconi evasore? Un patriota. Era meglio il fascismo, con il confino"

Antonio Martino

L'ex ministro della Difesa svela il segreto di Pulcinella: "Pagare le tasse significa aiutare gli sprechi della politica". E sul Cav...

Michele Chicco
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Sbottonato come non mai: Antonio Martino, la punta liberal di Forza Italia prima e del Pdl poi, da La Zanzara, su Radio24, si lascia andare e dice quello che forse in tanti pensano. "Considero chi si sottrae ai balzelli del fisco un patriota perché sottrae soldi al pubblico spreco, non voglio dare soldi del mio lavoro alla politica per dilapidarlo con stupidi sprechi". I falchi del perbenismo saranno pronti ad accopparlo, ma il Martino-pensiero ha fondamenta solide che affondano in anni di debito pubblico e di inutili finanziamenti a pioggia. L'ex ministro della Difesa, provocato da Giuseppe Cruciani e David Parenzo, è partito dalla condanna definitiva per frode fiscale inflitta al leader del suo partito, Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, è il succo, ha fatto bene ad evadere soprattutto perché "la frode fiscale non esiste neanche come fattispecie, Berlusconi è stato condannato per la sovrafatturazione, una delle forme più praticate dalla società e non è una cosa grave".  Confino - "Per me è grave – dice Martino – che quattro mascalzoni per liberarsi di un avversario abbiano messo in scena a spese mie tutta questa montatura del piffero". E così Martino cavalca, dopo le tasse, un altro totem del berlusconismo: l'attacco alle toghe rosse. "Mi sembra piu' un'associazione a delinquere – dice il deputato Pdl – i magistrati non hanno diritto allo stipendio perché usano il potere per fare politica. Non mi farei multare neanche per divieto di sosta, perché potrebbero darmi l'ergastolo". Le toghe, secondo Martino, "volevano eliminare l'avversario politico. Allora mandiamo Berlusconi al confino così loro sono contenti; almeno nel fascismo c'era una maggiore trasparenza e il confino tra l'altro significava stare in bellissime isole con tutti i confort". Avanti, si aspettano le reazioni piccate dei professorini radical-chic.

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