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Cavalli spione del fisco:"Quando vedo una Ferrarimando la targa alla Finanza"

Lo stilista intervistato dalla contessina Borromeo sul Fatto: "I miei miti sono Gandhi e Che Guevara"

Matteo Legnani
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Per anni è stato il mattatore delle passerelle nazionali e mondiali, simbolo di una moda un po' strillata. E il suo Cavalli cafè nel parco Sempione a Milano è stato il rifugio del vippume lombardo un po' come il Billionaire di Flavio Briatore lo è in Costa Smeralda. Roba da divani leopardati eccetera. Ma quella che lo stilista Roberto Cavalli consegna di sè al Fatto Quotidiano, è una immagine da ribelle, i cui miti "sono Gandhi (uno che vestiva con sandali e saio bianco, ndr) e Che Guevara". A intervistarlo è, manco a dirlo, la contessina prestata al giornalismo Beatrice Borromeo, che (è ormai un dato di fatto) in quest'epoca confusa di larghe intese in cui è più facile apparire ciò che non si è, il duo Padellaro-Travaglio ha sguinzagliato alle calcagna di personaggi non propriamente di sinistra: da Briatore alla Santanchè a Vittorio Feltri, fino appunto a Cavalli, che appena 24 ore prima aveva incontrato a Milano Matteo Renzi per la presentazione del suo libro "Just me". E per spazzare via del tutto l'immagine di stilista vipparo, cosa racconta cavalli alla bella beatrice? Due cose: che lui "sul Cavaliere non risponde, perchè sennò mi porta in tribunale". E poi che lui non sopporta "chi scherza con le tasse. Si figuri che quando vedo le Ferrari parcheggiate in giro mando le targhe ai finanzieri". Chissà lui, Cavalli, che auto ha?

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