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De Girolamo: siamo tutti figli di Silvio

Nunzia Di Girolamo, ministro alle Attività Produttive

Il ministro: nessuna lista di buoni e cattivi, serve un esame di coscienza

Lucia Esposito
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"Quando dico che Berlusconi è il mio presidente e Alfano il mio segretario elevo a valore proprio quella voglia di sintesi. Ecco perché non è il momento degli elenchi dei buoni e dei cattivi, ma solo di un esame di coscienza. Serio, giusto e soprattutto onesto". Nunzia De Girolamo fotografa così la situazione nel Pdl e osserva, in una lettera al Tempo, "Dopo il voto di fiducia al governo Letta e dopo la scelta del presidente del Pdl, Silvio Berlusconi, di votare a favore, non ci si chiede tanto che cosa farà l'esecutivo, ma ci si esercita sulla compilazione di elenchi di fedeli e traditori, falchi e colombe. La politica mediatica, si sa, si alimenta anche di questo. Ma avendo vissuto le drammatiche ore della vigilia, sono convinta che la scelta del presidente del nostro partito non sia stato un passo indietro, ma in avanti". Poi prosegue: "In molti parlano di conti che non tornavano, di dissidenti sul piede di guerra e questo può anche starci. Ma la scintilla - sottolinea il ministro per le Politiche agricole - è stata la constatazione che i nostri temi, quelli che interessano i sostenitori del Pdl, dalle imprese ai piccoli artigiani, dagli operai alle famiglie, erano e sono nell'agenda del governo che, ci dice la nostra base, deve andare avanti nel solco delle idee e dei valori liberali che fanno riferimento allo stesso Berlusconi, come ha persino riconosciuto il Wall Street Journal Tutto il Pdl ha fatto un passo in avanti". La necessità dell'unità - E sullo scontro all'interno del partito dice: "Hanno vinto le colombe? Hanno perso i falchi? Io - riprende l'esponente Pdl - penso che abbia vinto l'Italia che non vuole la crisi, reclama interventi economici immediati e chiarezza istituzionale per esprimere ancora una volta la sua voglia di libertà d'impresa, di rispetto delle persone, di garanzia dei diritti fondamentali di ognuno".   "Ogni partito ha molte anime ed è giusto così: è segno di vitalità ed è il termometro della democrazia. E la vitalità è la bussola per il futuro. Berlusconi e Alfano - osserva ancora De Girolamo - hanno reso evidente che una sintesi è possibile, oltre che doverosa. Ma la sintesi, cioè l'unità, non è un gioco a premi: si guadagna, giorno dopo giorno, ascoltandole ragioni dell'altro senza pretendere di affermare verità a priori. Esattamente come ha dimostrato di fare Berlusconi con l'auspicio che il suo esempio sia seguito".   Per questo l'esponente Pdl invita a considerare che "ora è importante che tutti, ma davvero tutti, troviamo punti d'incontro, rivitalizziamo le sezioni periferiche, torniamo ad avvicinarci ai giovani, discutiamo di politica e non di amici e nemici, insomma ripercorriamo quello spirito del '94 che ha portato l'Italia a scoprire valori moderati e liberali che sono più moderni che mai. Se così faremo, se così saremo, otterremo un duplice risultato: salvare il partito e aver reso un servizio alla nazione, proponendoci, ancora una volta come forza del fare e dell'agire".

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