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Islam, l'arcivescovo Liberati: "Si credono superiori ma io non sono loro schiavo"

Giulio Bucchi
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Porgere l'altra guancia sì, ma abbassare la testa all'Islam no. Monsignor Carlo Liberati, arcivescovo e Prelato emerito di Pompei, è uno degli uomini di Chiesa che "resistono" all'avanzata religiosa, culturale e demografica del mondo musulmano in Occidente, favorita da relativismo, buonismo progressista, secolarismo. Intervistato da La Fede Quotidiana, Monsignor Liberati spiega perché dobbiamo stare in allerta: "Nella loro visione del mondo - spiega Liberati - che non è ovviamente condivisibile, gli islamici credono, sono coerenti, e pregano. E allora questa situazione di decadenza morale dellw'Occidente li rende più forti e convinti. Assistiamo ad un lento processo di islamizzazione del nostro mondo e temo che, per via demografica, prima o poi saranno maggioranza". Quando questo avverrà "tutto si farà molto pericoloso. La storia del resto ci insegna che l'islam ha sempre cercato di sottomettere l'Occidente e di attaccarlo. La battaglia di Lepanto ne è un esempio. Spero che l'Occidente sappia reagire a questa offensiva islamica che ha la religione come sua motivazione". A chi invoca accoglienza e tolleranza, il vescovo di Pompei ribatte così: "Vogliono diritti? Bene, ma esistono doveri. Io non mi sento schiavo dell'islam e chiedo per lo meno la stessa pari dignità. Loro si credono superiori per natura e per la stessa indole vogliono comandare, sono tante volte arroganti".

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