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I giudici di Strasburgo discutono della Severino. E Berlusconi se ne va per tre giorni a Merano

Matteo Legnani
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Domani è il giorno "X", quello atteso da lungo tempo. Finalmente, a Strasburgo, i giudici della Corte europea dei diritti dell'uomo, si riuniranno per discutere sull'applicazione retroattiva della Legge Severino, quella che ha "spedito" Silvio Berlusconi fuori dal Parlamento. Il presidente di Forza Italia confida in una piena riabilitazione, e dunque nella possibilità di poter ridiscendere in campo alle prossime elezioni politiche nella doppia veste di "regista" e di "prima punta". Ma sa anche che non sarà l'udienza di domani a farlo tornare in campo. I tempi saranno ben più lunghi e a Strasburgo, domani, ci andranno soltanto i suoi avvocati, mentre lui si concederà altri tre giorni di di riposo nello stesso centro benessere di Merano dove ha trascorso lunghi periodi di soggiorno nel corso della passata estate. Poi, domenica mattina, sarà all'hotel Gallia di Milano per una iniziativa pubblica di Forza Italia. La strategia elettorale va comunque al di là della Corte di Strasburgo: è infatti possibile che Berlusconi si giochi la carta della candidatura con riserva, presentando domanda in tutti e cinque i collegi dove intenderebbe presentarsi. Anche perchè non c'è solo la Corte di Strasburgo: resta infatti ancora in piedi l'istituto della riabilitazione, procedura questa tutta italiana, possibile tre anni dopo aver scontato la pena, ovvero dall'8 marzo 2018. Ora, se si votasse ai primi di quel mese, il Cav sarebbe evidentemente fuori gioco. Ma in caso di un voto a maggio inoltrato...

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