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Riina, la figlia a Le Iene: "Noi latitante per vent'anni, i carabinieri non ci hanno mai visti. Forse..."

Giulio Bucchi
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"Quando mio padre era latitante stavamo insieme a lui in giro per l'Italia. I carabinieri? Ne abbiamo visti tanti, ma non ci hanno fermato mai. Magari siamo stati fortunati per vent'anni...". Le parole di Maria Concetta Riina, figlia del boss della mafia Totò Riina scomparso lo scorso 17 novembre, suonano come una beffa. O forse peggio, molto inquietanti per chi sostiene la tesi della copertura di Stato ai vertici di Cosa Nostra anche durante la loro latitanza. La Riina, intervistata dalle Iene nella puntata che andrà in onda domenica sera su Italia 1, rivela anche cos'è successo in casa il giorno della strage di Capaci dove ha perso la vita il magistrato Giovanni Falcone, insieme agli agenti della sua scorta: "L'abbiamo saputo dal Tg, eravamo tutti sul divano. Mio padre era normale, non era né preoccupato né felice, e non è vero, come hanno detto, che ha brindato con lo champagne". Ai microfoni di Giulio Golia conferma la sua posizione: "Io non posso prendere le distanze da mio padre perché ai miei occhi era un'altra persona, non era il mostro che vedete voi, che vede l'Italia intera. È stato un buon padre. E poi penso che ci sono delle cose che in cuor mio non sono state commesse. Mio padre ha fatto comodo a tante persone - sostiene - si è accollato tante cose che altrimenti avrebbero dovuto accollarsi altri. Era un parafulmine".

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