Giampaolo Pansa: "Dopo la morte di mio figlio Alessandro volevo suicidarmi. Solo l'amore per Adele me lo ha impedito"
In occasione dell'uscita del suo ultimo libro (Uccidete il comandante bianco, Rizzoli, pp. 294, 20 euro), Giampaolo Pansa si racconta e racconta la sua fatica in un'intervista al Corriere della Sera. Ma non si parla soltanto del libro e di partigiani, bensì anche di politica. E del recente dramma subito da Pansa: la scomparsa del figlio Alessandro. Quando gli chiedono che effetto gli fa l'allarme anti-fascista cavalcato dalla sinistra in questi giorni, Pansa risponde tranchant: "Sono fesserie. Oggi il vero dramma è che abbiamo una classe politica incompetente e pericolosa. Per questo stavolta non adnrò a votare. Sono preoccupato per chi ha figli. Io il mio l'ho perso tre mesi fa, per un infarto, a 55 anni. Solo l'amore per Adele (sua moglie, ndr) mi ha impedito di uccidermi". Leggi anche: Giampaolo Pansa, la straziante lettera al figlio morto