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Vittorio Sgarbi e gli insulti ai carabinieri, prosciolto: "È solo una macchietta"

Giulio Bucchi
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Una vittoria amara in Tribunale per Vittorio Sgarbi. Il neodeputato di Forza Italia è stato prosciolto in Appello a Milano nel processo che lo vedeva imputato per resistenza a pubblico ufficiale. Il 22 maggio 2015, al culmine di un diverbio, Sgarbi aveva rivolto ai carabinieri in servizio davanti a uno degli ingressi di Expo la frase "vi porto in Tribunale". In primo grado lui e il suo autista, Nicola Mascellani, erano stati condannati rispettivamente a 5 e 4 mesi. Leggi anche: Ristorante non pagato, Sgarbi e la rissa con le Iene Sentenza ora ribaltata, anche se le motivazioni addotte dal giudice non risulteranno molto gradite al professore: quella sua uscita non era una minaccia, ma il "consueto approccio forzatamente aggressivo e denigratorio che tale personaggio adotta nelle più svariate occasioni" e che contraddistingue "il personaggio come un brand o un marchio di fabbrica". In altre parole: una macchietta. "L'esemplificazione pratica e gestuale del suo disprezzo e insofferenza per qualsiasi forma di coercizione e controllo - si legge nelle motivazioni della sentenza - fa parte di una epica sgarbiana definita efficacemente e condivisibilmente dal pg nella sua requisitoria solo sgarbata" e di un approccio che "appare macchiettistico, forzato, fuori contesto e sopra le righe da scadere a consunto luogo comune, come una moderna versione del proverbiale (e ridicolo) lei non sa chi sono io".

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