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Odifreddi, olocausto e Norimberga? "Opinioni frutto di fantasia"

Michele Chicco
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E' stato il "ministero della propaganda" a costruire la realtà su olocausto e camere a gas. Le parole, forti, non sono dell'ultimo neonazista incontrato al bar sotto la redazione, ma di chi è considerato uno dei filosofi matematici più in voga (e chic) d'Italia: Piergiorgio Odifreddi. Il giorno in cui il mondo commemora la prima deportazione degli ebrei romani verso i campi di concentramento e il Parlamento italiano si appresta ad istituire il reato di negazionismo, ecco che un post di Odifreddi pubblicato sul sito di Repubblica entra prepotentemente sulla scena politica.  Commento - Qualche giorno fa il matematico aveva scritto un lungo post per criticare la Chiesa che non permetteva alla famiglia di Erich Priebke di celebrare i funerali del "caro estinto". Via via, nei commenti la discussione è virata sulla seconda guerra mondiale, sull'Olocausto e su Norimberga. Odifreddi, che è solito partecipare alle discussioni in calce ai suoi post, si è sentito chiamato in causa da un lettore. Ed ha risposto. "Il processo (di Norimberga, ndr) è stato un'opera di propaganda". Fantasia - Odifreddi è un fiume in piena: "L'opinione che la maggior parte delle persone, me compreso ovviamente, si formano su una buona parte dei fatti storici è fondata su opere di fantasia pilotata, dai film di Hollywood ai reportages giornalistici". Ma come, i sei milioni di ebrei uccisi, i campi di concentramento, i soccorsi, la guerra? Non basta, Odifreddi incalza e scrive: crede "che la storia sia tutt'altra cosa, e abbia il suo bel da fare a cercare di sfatare i luoghi comuni che sono entrati nel sapere collettivo". Uccisi - Odifreddi strizza l'occhio ai folli neonazisti che ancora bazzicano qua e là alcune piazze europee, ma nessuno, questa volta, alzerà il dito. Nessuno, insomma, se la prenderà con il noto filososo, nonostante le sue parole siano forti, molto: "Non entro nello specifico delle camere a gas - ha detto, prima di insinuare dubbi stomachevoli -, perché di esse "so" appunto soltanto ciò che mi è stato fornito dal ministero della propaganda alleato nel dopoguerra". Piergiorgio, che pubblica con Rizzoli, che scrive su Repubblica e che è una vera icona della sinitra italiana (quella che va da Fabio Fazio, per esempio) dice che "non essendo comunque uno storico, non posso far altro che 'uniformarmi' all'opinione comune. ma almeno sono cosciente del fatto che di opinione si tratti". E' un'opinione, dunque, poi mette in guardia, tutti: "Le cose possano stare molto diversamente da come mi è stato insegnato, affinché credessi ciò che mi è stato insegnato". Ahia, se l'avesse detto un ragazzo di nero vestito e con i capelli rasati adesso avrebbe i carabinieri in cameretta. 

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